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Maggio 1981) Muore in carcere, dopo 66 giorni di sciopero della fame,
l’attivista irlandese Bobby Sands. Entrato nell’Ira a 18 anni, venne più volte
arrestato per detenzione di armi da fuoco e attentati dinamitardi. Sands è il
primo fra gli attivisti detenuti a sacrificare la propria vita per la causa
repubblicana irlandese. Con questo gesto cercò di portare all’attenzione
dell’opinione pubblica internazionale la cosiddetta dirty war (guerra sporca),
che il governo britannico conduceva nelle sei contee del nord dell’Irlanda ai
danni della comunità cattolica favorevole alla riunificazione dell’Irlanda del
Nord, protestante, alla Repubblica irlandese. .
Dopo la
divisione dell’Irlanda (1921), l’IRA costituì il braccio armato
dell’opposizione cattolica repubblicana dell’Ulster fautrice della
riunificazione dell’intera isola, rendendosi responsabile di violente campagne
militari nei decenni a seguire, con azioni terroristiche nell’Ulster e in Gran
Bretagna. L'esercito inglese non stava a guardare, con durissime repressioni
nei confronti degli irlandesi. In una di queste i soldati di sua maestà
spararono deliberatamente ad altezza d'uomo, in quella che viene ricordata come
la "domenica di sangue" (in questo drammatico evento accaduto il 30
gennaio 1972 a Derry, in Irlanda del Nord, i soldati del 1º battaglione del
reggimento paracadutisti spararono contro una folla di manifestanti, colpendone
26 e causando la morte di 14 persone (la quattordicesima morì quattro mesi più
tardi per le ferite riportate). Due manifestanti rimasero feriti in seguito
all'investimento da parte di veicoli militari).
Le azioni
dinamitarde contro i protestanti e l’esercito britannico conobbero
un’escalation all’inizio degli anni '70, dopo la scissione dell’IRA (1969) in
due organizzazioni distinte, la Official e quella radicale dei Provisional.
Quest’ultima conquistò in breve tempo l’egemonia del movimento repubblicano
nell’Ulster, godendo anche di un crescendo di consensi tra la popolazione
cattolica. Nel 1981 l’irrigidimento del governo britannico, che rifiutò lo
statuto di prigionieri politici ai militanti dell’IRA, internati senza
processo, costò la vita a 10 suoi militanti detenuti nelle carceri inglesi che
si lasciarono morire praticando lo sciopero della fame.
L’avvio
(1985) di un confronto tra Gran Bretagna e Repubblica d’Irlanda sulla questione
irlandese contribuì a ridimensionare le aspettative di una soluzione armata.
Nel 1998 l’annuncio di una tregua da parte dell’IRA facilitò l’accordo di pace
sottoscritto da T. Blair e il Sinn Féin (referente politico dell'IRA),
raggiunto anche grazie alla disponibilità del governo britannico a rinunciare
alla pregiudiziale di sempre, il disarmo dell’IRA, ma provocò anche la comparsa
di una nuova fazione molto agguerrita dell’organizzazione, la Real IRA
responsabile di sanguinosi atti terroristici. Sempre più isolata tra la
maggioranza della popolazione cattolica dell’Ulster, desiderosa di pervenire
alla pace, l’organizzazione ha infine accelerato il processo del disarmo: su
pressione anche del governo autonomo nord-irlandese, nel 2001 l’IRA ha
dichiarato di voler abbandonare le armi e nel 2005 ha proclamato ufficialmente
la fine della lotta armata.
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