mercoledì 5 maggio 2021

(05 Maggio1981) Muore in carcere, dopo 66 giorni di sciopero della fame, l’attivista irlandese Bobby Sands


(05 Maggio 1981) Muore in carcere, dopo 66 giorni di sciopero della fame, l’attivista irlandese Bobby Sands. Entrato nell’Ira a 18 anni, venne più volte arrestato per detenzione di armi da fuoco e attentati dinamitardi. Sands è il primo fra gli attivisti detenuti a sacrificare la propria vita per la causa repubblicana irlandese. Con questo gesto cercò di portare all’attenzione dell’opinione pubblica internazionale la cosiddetta dirty war (guerra sporca), che il governo britannico conduceva nelle sei contee del nord dell’Irlanda ai danni della comunità cattolica favorevole alla riunificazione dell’Irlanda del Nord, protestante, alla Repubblica irlandese. .



Dopo la divisione dell’Irlanda (1921), l’IRA costituì il braccio armato dell’opposizione cattolica repubblicana dell’Ulster fautrice della riunificazione dell’intera isola, rendendosi responsabile di violente campagne militari nei decenni a seguire, con azioni terroristiche nell’Ulster e in Gran Bretagna. L'esercito inglese non stava a guardare, con durissime repressioni nei confronti degli irlandesi. In una di queste i soldati di sua maestà spararono deliberatamente ad altezza d'uomo, in quella che viene ricordata come la "domenica di sangue" (in questo drammatico evento accaduto il 30 gennaio 1972 a Derry, in Irlanda del Nord, i soldati del 1º battaglione del reggimento paracadutisti spararono contro una folla di manifestanti, colpendone 26 e causando la morte di 14 persone (la quattordicesima morì quattro mesi più tardi per le ferite riportate). Due manifestanti rimasero feriti in seguito all'investimento da parte di veicoli militari).



Le azioni dinamitarde contro i protestanti e l’esercito britannico conobbero un’escalation all’inizio degli anni '70, dopo la scissione dell’IRA (1969) in due organizzazioni distinte, la Official e quella radicale dei Provisional. Quest’ultima conquistò in breve tempo l’egemonia del movimento repubblicano nell’Ulster, godendo anche di un crescendo di consensi tra la popolazione cattolica. Nel 1981 l’irrigidimento del governo britannico, che rifiutò lo statuto di prigionieri politici ai militanti dell’IRA, internati senza processo, costò la vita a 10 suoi militanti detenuti nelle carceri inglesi che si lasciarono morire praticando lo sciopero della fame.



L’avvio (1985) di un confronto tra Gran Bretagna e Repubblica d’Irlanda sulla questione irlandese contribuì a ridimensionare le aspettative di una soluzione armata. Nel 1998 l’annuncio di una tregua da parte dell’IRA facilitò l’accordo di pace sottoscritto da T. Blair e il Sinn Féin (referente politico dell'IRA), raggiunto anche grazie alla disponibilità del governo britannico a rinunciare alla pregiudiziale di sempre, il disarmo dell’IRA, ma provocò anche la comparsa di una nuova fazione molto agguerrita dell’organizzazione, la Real IRA responsabile di sanguinosi atti terroristici. Sempre più isolata tra la maggioranza della popolazione cattolica dell’Ulster, desiderosa di pervenire alla pace, l’organizzazione ha infine accelerato il processo del disarmo: su pressione anche del governo autonomo nord-irlandese, nel 2001 l’IRA ha dichiarato di voler abbandonare le armi e nel 2005 ha proclamato ufficialmente la fine della lotta armata.



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