giovedì 13 maggio 2021

Insulti, minacce e spintoni. Il Palazzo diventa un ring


 

La rissa stavolta c'è stata, con tanto di corpo a corpo nel pianerottolo davanti all'aula del Consiglio regionale. Sulle scale, nei corridoi, dovunque, e sempre per colpa della legge sul nuovo super staff. Spintoni, reciproche minacce, pare anche qualche pugno e diversi schiaffi però tutti andati a vuoto. Di sicuro è scoppiata la bolgia, in coda a una giornata tesa e pesante dall'inizio alla fine. Cominciata con la maggioranza spaccata in due tronconi, dopo gli strappi del giorno prima, con la Lega da una parte, in conclave, e il resto del centrodestra riunito da un'altra per decidere il da farsi semmai qualcuno si fosse sfilato via.

 

Proseguita con le opposizioni di centrosinistra e i 5 Stelle all'attacco, a testa bassa, sfruttando alla grande le debolezze altrui. Andata avanti, nel pomeriggio, con l'incontro a Villa Devoto fra una delegazione della Lega, molto risentita per il recentissimo fuoco amico, «non accetteremo più di essere insultati dagli alleati», e il governatore Christian Solinas.

 

Dalla sala intitolata a Lussu, dopo diverse ore, è trapelato l'annuncio dell'armistizio o qualcosa di simile. Con l'ingresso del Cagliari e della Fiorentina, alle 18.30, nel catino della Sardegna Arena, l'aria sembrava essere ritornata serena, o comunque meno nervosa. Sbagliato, alle 21.55, sono stati almeno due piani su quattro del Consiglio a trasformarsi in un'arena, con scene da brivido mai viste nel Palazzone di via Roma.

 

La scintilla. Con la Giunta schierata al completo, compreso Christian Solinas, è ripreso il dibattito sul disegno di legge e col solito canovaccio. Da una parte, l'ostruzionismo a oltranza delle opposizioni, condito da punzecchiature varie per ironizzare sulla ritrovata pace fra i banchi della maggioranza. Dall'altra, invece, il centrodestra in formazione testuggine, deciso ad andare avanti come un treno. Per qualche ora, la sceneggiatura è stata questa, con l'approvazione anche di un altro degli undici articoli del pacchetto staff. A pochi minuti dalle 22, le polveri si sono accese di nuovo durante la lettura del lungo elenco degli emendamenti all'articolo successivo. La decisione del presidente del Consiglio, Michele Pais, ha mandato su tutte le furie i consiglieri di opposizione. Hanno occupato l'aula, provato a interrompere i lavori: non ci sono riusciti. Però non è finita lì, il peggio doveva ancora arrivare.

 

La rissa. Quando i consiglieri sono usciti alla spicciolata dall'aula, da un pianerottolo all'altro sono volati i primi insulti, con lo scalone riempito da urla di questo tipo: buffone, ti aspetto fuori, non ho paura. Chi abbia cominciato per primo è stato difficile, impossibile, capirlo. Sta di fatto che da quel momento in poi è accaduto l'inverosimile. Gli spintoni sono stati il minimo, qualcuno ha mostrato i pugni, ricevendo altrettanto da chi aveva sfidato. Poi urla, ancora urla, altre minacce, mandate furiose a quel paese e ancora scontri. Sempre e solo sullo stesso ring, quello del Consiglio regionale. (ua)

 

 

Articolo “La Nuova Sardegna” del 13.05.2021

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Federico Marini

marini.federico70@gmail.com

skype: federico1970ca

 

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