martedì 25 maggio 2021

(25 Maggio 1922) Nasce a Sassari Enrico Berlinguer


 

"Se i giovani si organizzano, si impadroniscono di ogni ramo del sapere e lottano con i lavoratori e gli oppressi, non c'è scampo per un vecchio ordine fondato sul privilegio e sull'ingiustizia." (Enrico Berlinguer)

(25 Maggio 1922) Nasce a Sassari il futuro Segretario del Partito Comunista Italiano, Enrico Berlinguer. Il padre era l'avvocato Mario Berlinguer, discendente da una famiglia nobile ed antifascista, ufficiale durante la Prima guerra mondiale. La madre era Mariuccia Loriga, cugina della madre di Francesco Cossiga e figlia del medico igienista Giovanni Loriga, autore di 120 pubblicazioni scientifiche in Italia e all'estero. La nonna materna di Enrico, Giuseppina Satta Branca, sempre di origini nobiliari, era sorella di Pietro, sindaco repubblicano di Sassari nell'età giolittiana con un'amministrazione progressista dov'era assessore anche il nonno paterno Enrico Berlinguer senior.

 

In contatto dal 1937 con gruppi antifascisti, nel 1943 aderì al Partito comunista italiano. Nell'immediato dopoguerra diresse il Fronte della gioventù prima a Milano e poi a Roma, entrando dunque nel Comitato centrale del PCI; dal 1949 al 1956 fu segretario generale del movimento giovanile comunista. Deputato dal 1968, fu eletto vicesegretario del PCI nel 1969 (XII congresso) e segretario generale nel marzo 1972 (XIII congresso). La sua linea, basata sul perseguimento dell'alleanza tra classe operaia e ceti medî, sull'affermazione del carattere laico del partito e, soprattutto, sulla proposta del "compromesso storico", si concretizzò, dopo i successi elettorali del PCI nel 1975-76, nella politica di unità nazionale.

 

Dopo la conclusione negativa di tale esperienza ed il ritorno dei comunisti all'opposizione, Berlinguer cercò di far fronte alla difficile situazione in cui si trovava il PCI, accentuata dalla crisi sociale e politica dei primi anni Ottanta, con una riaffermazione del suo carattere alternativo alla Democrazia cristiana e la prosecuzione del suo rinnovamento interno. In campo internazionale, la segreteria Berlinguer si caratterizzò per il crescente distacco del PCI dall'Unione Sovietica e il perseguimento di una sua maggiore integrazione nell'ambito della sinistra europea occidentale.

 

Il 7 giugno 1984 Berlinguer tenne un comizio a Padova, in vista delle successive elezioni europee. Durante l'intervento fu colpito da un ictus che lo costrinse a una pausa mentre si apprestava a pronunciare la frase «Compagni, lavorate tutti, casa per casa, strada per strada, azienda per azienda».

 

Il presidente della Repubblica Sandro Pertini, che si trovava già a Padova per ragioni di Stato, si recò in ospedale per constatare le condizioni di Berlinguer. Fece in tempo a entrare nella stanza per vederlo e baciarlo sulla fronte. Poche ore dopo il decesso s'impose per trasportare la salma sull'aereo presidenziale, dicendo: «Lo porto via come un amico fraterno, come un figlio, come un compagno di lotta».

 

Commovente fu il suo saluto al funerale, il 13 giugno, al quale partecipò circa un milione di persone: il presidente si chinò con la testa sopra la bara, baciandola tra gli applausi dei presenti. Sonori fischi, che ricambiavano quelli subiti da Berlinguer al congresso socialista, si levarono invece quando Nilde Iotti citò il presidente del Consiglio Bettino Craxi, al quale precedentemente era stata impedita da Marco Berlinguer la visita al capezzale del padre.

 

Il corteo con la bara, sfilò dalla sede del PCI, in via delle Botteghe Oscure, a piazza San Giovanni, rendendo palese l'ammirazione che una larga parte dell'opinione pubblica italiana aveva nei confronti del politico sardo.

 

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