Dopo aver presentato l'estate scorsa tre
esposti contro i colleghi del gruppo grillino, Carla Cuccu - che è avvocata -
si prepara a portare in Procura nuovi
documenti per provare gli atti persecutori di cui sarebbe stata vittima nella sua attività di consigliera regionale. Già alla fine dell'anno scorso il sostituto procuratore Nicola Giua Marassi
aveva iscritto al registro degli indagati l'ex capogruppo Desiré Manca, la
Procura non ha confermato l'iscrizione di Michele Ciusa, cui l'avvocata
attribuisce il tentativo di farla fuori dal Movimento.
A leggere le nove pagine del primo
esposto, cui seguono 63 allegati depositati dall'avvocato Patrizio Rovelli, il
tentativo si sarebbe realizzato con «atti persecutori, minacce, violenze e diffamazioni»
talmente gravi da impedirle «il normale svolgimento del mandato elettorale con
gravi ripercussioni nella sfera privatistica, politica e professionale,
cagionando altresì patologie correlate».
L'inchiesta è iscritta ma è ferma: fino a
ieri non c'è stata alcuna attività. La Cuccu è stata reintegrata dal tribunale
nel M5s da cui era stata espulsa e ha aperto una controversia finita al centro
dell'attenzione nazionale, sollevando il problema della rappresentanza legale
del Movimento e di riflesso la posizione di Giuseppe Conte come capo politico
in pectore.
Ma l'iniziativa sul fronte penale dovrebbe
procedere in parallelo, perché nasce dai rapporti
tutt'altro che idilliaci all'interno del gruppo grillino in consiglio regionale: «Ho appreso di questa iscrizione al registro degli indagati da un
giornalista - ha spiegato la consigliera Manca, interpellata dalla Nuova
Sardegna - ma non so assolutamente nulla, perché nulla mi è stato comunicato
dalla Procura. Non ho potuto leggere neppure il contenuto degli esposti.
Attendo di sapere, quindi valuterò se nominare un difensore o no. Per quanto mi
risulta in queste settimane non è accaduto nulla, credo sia tutto fermo».
La lista delle contestazioni firmate da
Carla Cuccu è lunga: si parte dall'assegnazione iniziale a una commissione
sgradita, quella alla sanità. Per poi riferire di «un sistema di controllo»
della sua attività «con la pretesa» rivolta alla sua collaboratrice per la comunicazione
di «riferire ogni giorno in forma scritta alla capogruppo Manca» tutte le attività svolte nella giornata. Una sorta di diario pubblico che
sarebbe stato imposto alla Cuccu dal vertice del gruppo per tenerla sotto
stretto controllo e limitarne le iniziative. C'è poi l'immancabile fronte dei
social, dove in seguito ad alcuni commenti diffusi dalla capogruppo Manca si
sarebbe scatenata «una guerra feroce» contro la Cuccu e la collega Elena
Fancello, che per questa e altre ragioni avrebbe lasciato il gruppo 5s.
Alla Cuccu - è scritto nei documenti
depositati in Procura - sarebbero state attribuite condotte infondate, dal voto
a favore del referendum promosso dalla Lega il 26 settembre 2019 fino al
mancato versamento della quota di indennità consiliare destinata al Movimento,
300 euro al mese che - scrive la Cuccu - sono depositate in un conto corrente aperto
individualmente, visto che quello comune al gruppo le era stato negato. (m.l)
Articolo
“L’Unione Sarda” del 12.05.2021
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Federico Marini
skype: federico1970ca
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