lunedì 30 novembre 2020

Una storia di solidarietà tra il fango di Bitti


 

Quando, nel primo pomeriggio di un sabato cupo e funesto, ha visto scorrere le immagini della devastazione alla tv, Damiano Scattu, imprenditore edile di Gairo, non ha esitato un attimo. Ha inviato una pec al Comune di Bitti offrendo la sua disponibilità a prestare aiuto con mezzi e uomini. La risposta che il giovane impresario attendeva non è arrivata. Dal paese, isolato a causa del maltempo, per ore non è stato possibile comunicare con l'esterno.

 Scattu, che a 37 anni non ha vissuto la drammatica epopea del borgo ogliastrino distrutto da una alluvione nel 1951, ma ha ben vivo il racconto fatto dai suoi genitori, non si è perso d'animo. Ha contattato la sede regionale della Protezione civile, ripetendo per filo e per segno quanto già messo per iscritto nella mail.

 «Buongiorno, in qualità di rappresentante ditta edile con sede a Gairo mi rendo disponibile a dare una mano con mezzi e uomini per fronteggiare l'emergenza» si legge nella missiva inviata alle 14.14 di sabato. «Ho pensato - dice Damiano Scattu -, che occorresse dare una mano da subito e che, nel contempo, bisognasse coordinarsi con chi sovrintende ai soccorsi per non intralciare il loro lavoro».

 Fosse dipeso da lui, già ieri avrebbe preso i mezzi per arrivare al più presto nel paese sommerso dal fango, ma l'allerta meteo e i suggerimenti della macchina dei soccorsi lo hanno dissuaso dal partire subito. Oggi, autorizzato dalla Protezione civile e dal Coc, sarà a Bitti con un mini escavatore, un camioncino, pale e vanghe che serviranno per aiutare a rimuovere la montagna di fango e detriti che hanno seppellito il paese. Con lui due dipendenti e qualche amico.

 

 «L'importante è dare una mano, ci sarà da spalare il fango e liberaregli ingressi delle case» dice il giovane che, da padre di un bimbetto di pochi anni, comprende quanto la devastazione che ha colpito Bitti possa essere vissuta con apprensione dai più piccoli. Per loro, la piccola delegazione ogliastrina ha fatto incetta di giocattoli. «Spero servano - sottolinea -, a distrarli da una situazione pesante».

 Damiano Scattu, che pur avendo un incontro di lavoro importante ha chiesto di rinviare la riunione per prestare aiuto in Barbagia, si schernisce. Non vuole che si parli di solidarietà sebbene questa sia la parola giusta. «È un dovere aiutare chi è in difficoltà» conclude l'imprenditore gairese che non dimentica i racconti di suo padre, nato nel 1949, che per qualche anno, prima della ricostruzione di Gairo a monte del vecchio abitato, ha trascorso la sua infanzia in un paese fantasma.

 Chi abita in Ogliastra sa, per averlo vissuto sulla sua propria pelle, cosa può succedere quando la Natura si ribella ai disegni insensati degli uomini. Sa cosa significa quando, nei canali coperti da colate di cemento , l'acqua di fiumi e torrenti si riprende i propri spazi esplodendo e portando devastazione e morte. Sa, inoltre, cosa vuol rimanere isolati dalle frane che rotolano sulle strade dai versanti montani resi fragili da secoli di disboscamenti e abbandono. Sa, infine, che, una volta accaduto l'irreparabile, la maniera migliore per reagire alle disgrazie è quella di rimboccarsi le maniche e mettersi al lavoro. Questo ha fatto Damiano Scattu. Alla politica e alle istituzione spetterà la riflessione sulle responsabilità di una gestione fallimentare del territorio e l'individuazione di soluzioni concrete.

 

Giusy Ferreli

Articolo tratto da La Nuova Sardegna del 30 Novembre 2020

 

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Federico Marini

marini.federico70@gmail.com

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