Quando, nel primo pomeriggio di un sabato
cupo e funesto, ha visto scorrere le immagini della devastazione alla tv, Damiano
Scattu, imprenditore edile di Gairo, non ha esitato un attimo. Ha inviato una pec al Comune di Bitti offrendo la sua disponibilità a prestare aiuto con mezzi e uomini. La risposta che il giovane impresario attendeva non è arrivata. Dal paese,
isolato a causa del maltempo, per ore non è stato possibile comunicare con l'esterno.
Scattu, che a 37 anni non ha vissuto la
drammatica epopea del borgo ogliastrino distrutto da una alluvione nel 1951, ma
ha ben vivo il racconto fatto dai suoi genitori, non si è perso d'animo. Ha contattato
la sede regionale della Protezione civile, ripetendo per filo e per segno quanto già messo per
iscritto nella mail.
«Buongiorno, in qualità di rappresentante
ditta edile con sede a Gairo mi rendo disponibile a dare una mano con mezzi e
uomini per fronteggiare l'emergenza» si legge nella missiva inviata alle 14.14
di sabato. «Ho pensato - dice Damiano Scattu -, che occorresse dare una mano da
subito e che, nel contempo, bisognasse coordinarsi con chi sovrintende ai
soccorsi per non intralciare il loro lavoro».
Fosse dipeso da lui, già ieri avrebbe preso
i mezzi per arrivare al più presto nel paese sommerso dal fango, ma l'allerta meteo e i suggerimenti della macchina dei soccorsi lo hanno dissuaso dal partire subito. Oggi, autorizzato dalla Protezione
civile e dal Coc, sarà a Bitti
con un mini escavatore, un camioncino, pale e vanghe che serviranno per aiutare a rimuovere la
montagna di fango e detriti che hanno seppellito il paese. Con lui due dipendenti e qualche amico.
«L'importante
è dare una mano, ci sarà da spalare il fango e liberaregli ingressi delle case» dice il giovane che, da padre di un bimbetto di pochi anni, comprende quanto la
devastazione che ha colpito Bitti possa essere vissuta con apprensione dai
più piccoli. Per loro, la piccola delegazione ogliastrina ha fatto
incetta di giocattoli. «Spero servano - sottolinea -, a distrarli da una
situazione pesante».
Damiano Scattu, che pur avendo un incontro
di lavoro importante ha chiesto di rinviare la riunione per prestare aiuto in Barbagia,
si schernisce. Non vuole che si parli di solidarietà
sebbene questa sia la parola
giusta. «È un dovere aiutare chi è in difficoltà»
conclude l'imprenditore gairese che non dimentica i racconti di suo padre, nato
nel 1949, che per qualche anno, prima della ricostruzione di Gairo a monte del
vecchio abitato, ha trascorso la sua infanzia in un paese fantasma.
Chi abita in Ogliastra sa, per averlo
vissuto sulla sua propria pelle, cosa può succedere quando la Natura si ribella
ai disegni insensati degli uomini. Sa
cosa significa quando, nei canali coperti da colate di cemento , l'acqua di fiumi e torrenti si riprende i propri spazi esplodendo e portando
devastazione e morte. Sa, inoltre,
cosa vuol rimanere isolati dalle frane che rotolano sulle strade dai versanti montani resi fragili
da secoli di disboscamenti e abbandono. Sa, infine, che, una volta accaduto l'irreparabile, la maniera migliore per reagire alle
disgrazie è quella di rimboccarsi le maniche e mettersi al lavoro. Questo ha fatto Damiano Scattu. Alla politica e alle istituzione spetterà la
riflessione sulle responsabilità di una gestione fallimentare
del territorio e l'individuazione di soluzioni concrete.
Giusy Ferreli
Articolo tratto da La
Nuova Sardegna del 30 Novembre 2020
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Federico
Marini
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