venerdì 13 novembre 2020

Ma non è meglio un lookdown più breve prima, rispetto ad un lookdown più lungo qualche settimana più tardi? Di Elisabetta Piccolotti


Tutte le persone razionali sanno che la prima soluzione è certo migliore per gli ospedali - che evitano un picco troppo alto - ma anche per le imprese: si risparmiano settimane di fatturati bassissimi prima, si risparmiano settimane in più di lookdown dopo e infine guadagnano alla riapertura, grazie ad un livello di circolazione del virus così basso da incentivare una ripresa dei consumi in serenità.

 

Quando è diventato chiaro che il tracciamento è completamente saltato, razionalmente doveva essere chiaro anche che il lookdown immediato e più breve era la soluzione più vantaggiosa a disposizione.

Eppure per giorni e da giorni il dibattito politico e quello delle imprese remano nella direzione opposta.

 

Una direzione più costosa in termini di ammortizzatori sociali e ricchezza perduta. Una direzione chiaramente condannata ad essere dichiarata non percorribile di fronte al collasso degli ospedali. Quindi una direzione che porta su un binario morto persino gli stessi che la propugnano. Come mai? Come mai - invece di manifestazioni al grido “libertà libertà - no lookdown” - non abbiamo visto piazze più razionali, per chiedere lookdown brevi e precoci, reddito minimo garantito per tutti, più personale e più tecnologia per il tracciamento?

 

Da anni in molti denunciano la totale assenza nel corpo sociale di una qualsiasi forma razionalità politica diversa da quella economicista del mercato. Oggi tutti possiamo comprendere cosa questo significhi realmente: è un danno, anche economico, alla capacità del paese di sviluppare forme di resilienza di fronte alle crisi extra-economiche.

I negazionisti si moltiplicano? Non è un caso.

 

Negare l’esistenza del virus, la sua gravità, le sue conseguenze è l’unico modo per sbarrare la strada al cambiamento della mentalità e della cultura diffuse. Solo se il virus non esiste si può infatti continuare a ragionare come sempre.Negare è la strada principale per continuare ad utilizzare la stessa forma di razionalità economica e sociale neoliberale e neoliberista che è stata posta a fondamento della nostra società da decenni.

 

Altro che libertà. I negazionisti e i riduzionisti sono il vero volto della conservazione contro il cambiamento. Irrazionali e arretrati. Difensori dello status-quo, di ingiustizie e diseguaglianze di ogni tipo. Non lasciamoli passare.

 

Elisabetta Piccolotti

 

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