mercoledì 3 febbraio 2021

Verità e giustizia per Giulio Regeni. Di Vincenzo Maria D’Ascanio.



(03 Febbraio 2016) Dopo una disperata ricerca viene finalmente ritrovato il corpo di Giulio Regeni. Si trovava in un fosso lungo la strada dal Cairo ad Alessandria. Sul corpo del ricercatore sono evidenti i segni di una violenta tortura.

 Giulio Regeni nasce a Trieste il 15 gennaio 1988. Cresciuto nel paese di Fiumicello (provincia di Udine), ancora minorenne si trasferisce a all'Armand Hammer United World College of the American West (Nuovo Messico - Stati Uniti d'America) e poi in Inghilterra per continuare gli studi. Per due volte consecutive vince il premio "Europa e giovani" (2012 e 2013), concorso internazionale organizzato dall'Istituto regionale studi europei. I suoi lavori hanno come tema principale il Medio Oriente, nello specifico Stati come la Turchia e l’Egitto.

 In seguito cominceranno le sue collaborazioni con l’ONU soprattutto nel settore dello sviluppo industriale nei paesi facenti parte dell’Unione Europea. Dopo aver lavorato con Oxford Analytica si reca in Egitto, dove inizia una ricerca sul ruolo dei sindacati indipendenti egiziani. In particolare Regeni descrive la problematica situazione in cui versano proprio questi sindacati dopo la rivoluzione del 2011.

 Il 25 Gennaio del 2016 tuttavia se ne perdono le tracce. Ultima notizia è un messaggio alla sua compagna. Dopo poco tempo un’amica di Giulio (la studentessa Noura Wahby) denuncia su Face Book la scomparsa del ricercatore italiano. La ragazza sapeva che Regeni doveva incontrare alcuni amici per festeggiare un compleanno. Da quel momento trascorre più di una settimana prima del suo ritrovamento nella strada che, come scritto, collega il Cairo ad Alessandria.

 Il ritrovamento. Giulio Regeni è trovato completamente nudo, ha chiaramente subito delle torture, addirittura parte del suo corpo è stato barbaramente mutilato. Per l’esattezza ha ventiquattro fratture distribuite sulle costole, mani, dita. Ha cinque denti rotti, molteplici coltellate addirittura sulle piante dei piedi. La morte sarebbe stata causata da un forte colpo al collo che avrebbe fratturato la vertebra cervicale.

 I depistaggi. Oltre ai depistaggi e alle insabbiature disposte dalle autorità egiziane, è stato evidente l’inadeguato sostegno alle indagini condotte dai magistrati italiani. Questa situazione ha avuto una conseguenza: il Governo ha ritirato l’ambasciatore italiano in Egitto Maurizio Massari per sostituirlo con l’ambasciatore Cantini. Il governo egiziano del premier Al Sisi è sospettato dell’omicidio del ricercatore italiano. Dalle indagini sul fatto, è stato accertato che apparati egiziani avessero già effettuato indagini su Giulio Regeni.

 Secondo l’agenzia di stampa Reuters, Regeni è posto in stato di fermo dalla polizia egiziana la sera stessa in cui se ne perdono le tracce. Secondo il New York Times la polizia consegna il giovane ricercatore ai servizi segreti egiziani, che avrebbero portato Giulio in un edificio non identificato. Invece le autorità egiziane sostengono che Regeni non è mai stato posto in stato di fermo o custodia dalla polizia egiziana prima di essere rinvenuto cadavere. Una fonte interna al governo egiziano dichiara: «La polizia non ha arrestato Regeni né l'ha detenuto in alcun posto di polizia e tutto quello che viene ripetuto a questo proposito sono solo voci che mirano a nuocere agli apparati di sicurezza in Egitto e a indebolire le istituzioni dello Stato».

 La campagna di Amnesty International Italia. A partire dal 24 febbraio 2016 Amnesty International Italia ha lanciato la campagna Verità per Giulio Regeni, organizzando anche una petizione sul portale Change.org a cui hanno aderito più di 100.000 persone. Il 10 marzo 2016, da parte del Parlamento europeo di Strasburgo, è stata approvata una proposta di risoluzione che condanna la tortura e l'uccisione di Giulio Regeni e le continue violazioni dei diritti umani del governo di al-Sisi in Egitto. Una risoluzione approvata con ampia maggioranza.

 

#veritapergiulioregeni

 

Vincenzo Maria D’Ascanio

 


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