(Fiorenza
Margheggiani): "Quando c'è l'amore c'è tutto."
(Massimo
Troisi): "No, chella è 'a salute!" (dal film “Ricomincio da tre”)
(19
Febbraio 1953) nasce a San Giorgio Cremano (cittadina a pochi chilometri da Napoli)
Massimo Troisi: è stato attore, regista, sceneggiatore e cabarettista. Affetto
sin da bambino da febbre reumatica, Troisi sviluppa una degenerazione della
valvola mitrale, e uno scompenso cardiaco che gli
sarebbe stato fatale a soli quarantun anni. Nonostante i problemi di salute
di cui non amava parlare, e attratto dal mondo dello spettacolo sin dall’adolescenza,
Troisi cominciò a scrivere poesie e dedicarsi al teatro. Ancora molto giovane
vinse un premio locale di poesia ispirata alla figura di Pier Paolo Pasolini.
Ancora
studente cominciò a recitare nel gruppo teatrale de "I Saraceni", di
cui facevano parte Lello Arena, Enzo Decaro, Valeria Pezza e Nico Mucci. Nel 1977 nasce la Smorfia: Troisi, Decaro e Arena cominciano
a recitare al Sancarluccio di Napoli ed il successo teatrale ben presto
si trasformerà in successo televisivo. Del trio restano
memorabili le gag dell'Annunciazione: Troisi interpretava la moglie di
un pescatore, scambiato da Lello Arena (Arcangelo Gabriele) per la Vergine
Maria; in un altro Troisi cercava di salire sull’arca di Noè sostenendo di
essere un animale immaginario, il “minollo.”
Dal 1981
comincia per Massimo l'avventura anche nelle sale cinematografiche con il primo
film in cui è regista e protagonista "Ricomincio
da tre". Un vero e proprio trionfo di critica e di pubblico. Nel
1984 lavora con Benigni, sia come regista che come attore, nel film "Non ci resta che piangere". Passano due anni
(1987) ed è ancora una volta impegnato in prima persona, dietro e davanti alla
macchina da presa con il film "Le vie del Signore
sono finite."
In alcuni film di Ettore Scola è solo attore: "Splendor"
(1989); "Che ora è" (1989), e "Pensavo fosse Amore... invece era un calesse"
(1991) di cui è anche autore e interprete.
Troisi
indicò al cinema italiano una via per un'escursione rivitalizzante con in più
uno sguardo attento alla società italiana ed alla sua Napoli. Con lui nacque la nuova tipologia napoletana di antieroe,
la vittima dei tempi moderni, un personaggio che fa riflettere sui dubbi e le
preoccupazioni delle nuove generazioni.
Durante
la proiezione del film "Il postino" le sue condizioni di salute
peggiorarono giorno dopo giorno, al punto da costringerlo a farsi sostituire
da una controfigura nelle scene più faticose. L'attore partenopeo durante le
riprese sull'isola si impegnò ad offrirlo in anteprima nazionale proprio in un
locale di Procida; ma di questo film non fu anche spettatore. Troisi morì nel sonno dodici ore dopo la fine delle riprese,
il 4 giugno 1994 a Roma, a soli quarantuno anni. Le sue spoglie sono
conservate nel Cimitero di San Giorgio a Cremano (Napoli) insieme con quelle
della madre e del padre.
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