(16
Febbraio 1999) Ribelli curdi prendono d’assalto le ambasciate greche in varie
città del mondo, manifestando
la propria rabbia per l’arresto, avvenuto il 15 febbraio, di Abdullah Ocalan,
leader del PKK, il partito dei lavoratori del Kurdistan. Ocalan è catturato dai servizi segreti turchi durante
un trasferimento organizzato dall’ambasciata greca a Nairobi.
Secondo i
curdi, i Greci hanno tradito il loro capo consegnandolo al nemico. Ocalan verrà
processato in Turchia e condannato a morte nel giugno del 1999. Nel 2002, il
tribunale di sicurezza di Ankara commuterà la pena in ergastolo, che Ocalan sta
scontando nel carcere di massima sicurezza di Imrali.
Il Partito
dei Lavoratori del Kurdistan (in curdo Partîya Karkerén
Kurdîstan, sigla PKK;) è un partito
politico e organizzazione paramilitare, sostenuto delle masse popolari
(prevalentemente agricole) del sud-est della Turchia, zona popolata dall'etnia
curda, ma attivo anche nel Kurdistan iracheno. In
Turchia è un
partito illegale.
Inizialmente
il gruppo si ispirava al marxismo-leninismo, rivendicando inoltre, similmente
agli iracheni Partito Democratico Curdo (KDP o PDK) e all’Unione Patriottica
del Kurdistan (KPU), ai partiti iraniani Partito Democratico del Kurdistan
Iraniano e Partito per la Libertà del Kurdistan (PJAK), al siriano Partito
dell'Unione Democratica (PYD) e altri partiti curdi minori. Tutti chiedono la fondazione di uno stato indipendente nella
regione storico-linguistica del Kurdistan, a cavallo tra Turchia, Iraq,
Iran e Siria. Dal 1990, il PKK ha avuto rappresentanti parlamentari, inseriti
in liste legali, presso il Parlamento turco.
A
partire dal 1999, il leader incarcerato Abdullah Öcalan ha abbandonato il
marxismo-leninismo,
rimuovendo il simbolo della falce e martello dalla bandiera del PKK, portando
il partito ad adottare la nuova piattaforma politica del Confederalismo
Democratico (fortemente influenzato dalla teoria del municipalismo libertario e
dell'ecologia sociale di ambito socialista libertario).
Il
gruppo è tuttavia accusato di terrorismo per i suoi metodi di lotta (in passato
fece ricorso anche all'uso di attentati dinamitardi e kamikaze contro obiettivi
militari turchi, ritenuti oppressori del popolo curdo, specie in seguito alle
sanguinose repressioni del governo di Ankara, o anche a sequestri di
occidentali), ed è attualmente considerata un'organizzazione terroristica da
Turchia, USA, NATO, Unione europea (dal 2001, su richiesta degli USA) e Iran; in Europa ci sono state numerose proposte di rimuoverlo da
tale lista e considerarlo una legittima forza di resistenza. Tuttavia,
India, Cina, Russia, Svizzera ed Egitto non lo considerano tale. Le sue ali
militari sono la Forza di Difesa del Popolo (HPG), l'Unità delle Donne Libere
(YJA-STAR) e l'Esercito di Liberazione Nazionale del Kurdistan (ARGK).
Oltre che
contro il governo turco (con cui è in vigore un cessate il fuoco dal 2013), il PKK è impegnato nella guerra contro lo Stato Islamico
(ISIS) in Iraq e in Siria assieme ai peshmerga e all'YPG curdi, ed è
presente nella regione del Rojava. Il partito è
inoltre noto per la sua difesa convinta dei diritti delle donne, spesso
presenti come soldati effettivi nelle sue milizie armate, e la sua forte
contrarietà al fondamentalismo islamico.
Nel 2015, nonostante
il nemico comune dell'ISIS, la Turchia, guidata da anni dal filo-islamico Recep
Tayyip Erdogan, ha interrotto la nuova tregua, bombardando postazioni del PKK
in Iraq e riaprendo le ostilità armate col
gruppo curdo.
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