Le Province prima di tutto: oggi il
Consiglio regionale discute e poi approverà, in settimana, la riforma. Lo farà dieci mesi dopo il
via libera in commissione. Con una prova muscolare, nella coalizione di centrodestra, Forza Italia e
il gruppo Udc-Cambiamo hanno
evitato di fatto che la legge rimanesse ancora bloccata. Però, proprio alla vigilia del dibattito in
aula, a prendersi la scena è stato il consigliere regionale Roberto Deriu del Pd. Ha presento una proposta di legge nazionale, per il ritorno,
in tempi rapidi, all'elezione
diretta di presidenti e consiglieri provinciali.
Perché dal 2014 quel voto è diventato un'esclusiva di sindaci e consiglieri comunali.
La mappa. Dopo essere state abolite nel 2012, con un referendum popolare dall'esito
plebiscitario, quest'anno ritorneranno in vita le quattro Province regionali:
Olbia-Tempio, 26 Comuni, Ogliastra,
22, Medio Campidano, 28, e Sulcis-Iglesiente, 23. Tutte resuscitate - com'è scritto nella proposta
di legge – su sollecitazione
dei territori e per «riavvicinare la gente alle amministrazioni pubbliche».
Confermate le due Province storiche: Nuoro,
53 Comuni, più il passaggio di Seulo dall'ormai ex Sud Sardegna, e Oristano,
87. La seconda vera rivoluzione coinvolgerà le Città metropolitane. Quella di
Cagliari passerà dagli attuali 17 a 72 Comuni, inglobando il Sud Sardegna,
anche se questa mutazione in extra large trova ancora qualche resistenza nel
centrodestra. Infine sarà costituita anche quella di Sassari, 66 i Comuni, che
prenderà il posto dell'attuale Provincia e dell'ex rete metropolitana. In coda alle legge è
auspicato anche l'esperimento delle Unioni fra Province: quella dell'Est, con la Gallura, Nuoro e l'Ogliastra - e quella dell'Ovest
fra Oristano, Sulcis-Iglesiente e Medio Campidano.
Le posizioni. Il
voto finale di sicuro sarà trasversale. Le diverse proposte di legge, poi unificate in un
unico testo, infatti a suo tempo infatti erano state firmate insieme da consiglieri di maggioranza e minoranza. Per la Gallura,
ad esempio, da Giovanni Satta,
Psd'Az, Angelo Cocciu, Fi, Giuseppe Meloni, Pd, e Dario Giagoni della Lega. Resta,
invece, da capire quale sarà la posizione dei Riformatori. Nel 2012, furono
loro a organizzare il referendum per abolire le Province regionali, ora cosa
faranno?
Elezione diretta. È dal 2014 che sono solo i Consigli comunali a votare per le Province. Per
Roberto Deriu e gli altri consiglieri del Pd, sostenuto anche da Stefano Tunis
di Sardegna 20.Venti, è arrivato invece il momento di restituire quel diritto
ai cittadini. «Da quando non c'è più l'elezione diretta del presidente della
Provincia e dei consiglieri provinciali - sottolinea Deriu - manca una
rappresentanza istituzionale del territorio e delle esigenze dei cittadini.
Oggi, invece, ogni comunità autonoma ha bisogno di una rappresentanza democratica,
visibile, conosciuta, la cui legittimazione provenga dal popolo». Ora, è la sua
conclusione, «siamo pronti a cominciare anche questa battaglia, considerato che
le Province sono state confermate nella Costituzione dopo il referendum
nazionale del 2016, quindi non si capisce perché non debbano essere elette
dalla gente, come accade da sempre per Comuni, Regioni e Parlamento».
(ua)
Articolo
tratto da “La Nuova Sardegna” del 03 Febbraio 2021
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