martedì 23 febbraio 2021

Le Farc, le Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia


 

(23 febbraio 2002) A due mesi dal voto in Colombia viene sequestrata la militante per i diritti umani e candidata alle presidenziali Ingrid Betancourt. Il rapimento è stato effettuato dalle Farc, le Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia.

 Le FARC sono un'organizzazione guerrigliera comunista colombiana d’ispirazione bolivariana fondata nel 1964 e da allora in conflitto con il potere centrale. On una base saldamente contadina, si dichiarano anti-imperialiste e hanno l’obiettivo di rappresentare le masse disagiate delle aree rurali in opposizione alle classi agiate, all’influenza statunitense nel Paese, al monopolio delle risorse naturali da parte delle grandi multinazionali e alla violenza dell’azione militare delle forze paramilitari e governative. Si finanziano principalmente attraverso attività criminali come i rapimenti e la produzione e il commercio di cocaina.

 Nel 1999, con l'approvazione del Plan Colombia e il conseguente massiccio sostegno economico e militare che ricevette dagli USA il governo di Bogotá, il presidente A. Pastrana decise di interrompere l'esperienza dei dialoghi di pace che erano stati precedentemente attivati con le FARC e di tornare a una politica fortemente incentrata sull'azione militare.

 Nel frattempo le FARC costituirono il Movimento bolivariano, con l'intento di organizzare tutti quei settori della società che si opponevano alla politica governativa, anche se non sostenitori dell'ideologia marxista-leninista. Negli anni che seguirono, ogni tentativo di riaprire spazi di dialogo e di negoziato è stato fallimentare. Le FARC. sono state oggetto di una delle maggiori offensive militari nella storia dell’America Latina, condotta per quasi dieci anni consecutivi dal governo di A. Uribe (2002–10), il cui obiettivo dichiarato era quello di sconfiggerle senza ricorrere a nessuno strumento diplomatico.

 L’esecutivo successivo, presieduto J.M. Santos, ha proseguito fino al 2011 la politica del suo predecessore. Il bilancio di questa campagna militare è controverso: mentre fonti governative esaltano l'importanza di alcuni colpi assestati contro membri del gruppo dirigente delle FARC a partire dal 2008, diversi osservatori prevedono che una sconfitta militare della guerriglia non sia uno scenario credibile.

 Il 23 giugno 2016, dopo 50 anni di ostilità, il governo colombiano nazionale e una delegazione delle FARC stipulano un accordo bilaterale definitivo per la cessazione delle ostilità e per la promozione della pace, in presenza di Raúl Castro e Ban Ki-moon. il 25 agosto 2016 viene confermato pubblicamente l'accordo dai negoziatori delle due parti, il presidente Manuel Santos e il comandante dei guerriglieri del Bloque Caribe de las FARC Iván Márquez, concludendo il negoziato; l'accordo sarà ratificato in seguito ad un referendum popolare. A Bogotá, la popolazione ha festeggiato con manifestazioni di gioia nei parchi e nelle strade.

 Il 2 ottobre 2016 l’accordo è stato sottoposto a referendum nazionale venendo sorprendentemente bocciato dal popolo colombiano con il 50,3% dei voti contrari in opposizione al 49,7% dei voti favorevoli (con una differenza stimata di appena 65mila voti) Il successivo 24 ottobre fu firmato un nuovo accordo di pace tra le parti, a cui seguì la ratifica definitiva da parte del parlamento colombiano. Il 28 dicembre 2016 il parlamento colombiano ha approvato una legge che prevede l'amnistia o la grazia ai membri delle Forze armate rivoluzionarie della Colombia accusati di reati politici. Juan Manuel Santos Calderón riceverà, proprio nel 2016, il premio Nobel per la pace.

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