(23 febbraio
2002) A due mesi dal voto in Colombia viene sequestrata la militante per i
diritti umani e candidata alle presidenziali Ingrid Betancourt. Il rapimento è stato effettuato dalle Farc, le Forze Armate
Rivoluzionarie della Colombia.
Le
FARC sono un'organizzazione guerrigliera comunista colombiana d’ispirazione
bolivariana fondata nel 1964 e da allora in conflitto con il potere centrale.
On una base saldamente contadina, si dichiarano anti-imperialiste e hanno
l’obiettivo di rappresentare le masse disagiate delle aree rurali in
opposizione alle classi agiate, all’influenza statunitense nel Paese, al
monopolio delle risorse naturali da parte delle grandi multinazionali e alla
violenza dell’azione militare delle forze paramilitari e governative. Si finanziano
principalmente attraverso attività criminali come i rapimenti e la produzione e
il commercio di cocaina.
Nel 1999, con
l'approvazione del Plan Colombia e il conseguente massiccio sostegno economico
e militare che ricevette dagli USA il governo di Bogotá, il presidente A.
Pastrana decise di interrompere l'esperienza dei dialoghi di pace che erano
stati precedentemente attivati con le FARC e di tornare a una politica
fortemente incentrata sull'azione militare.
Nel
frattempo le FARC costituirono il Movimento bolivariano, con l'intento di
organizzare tutti quei settori della società che si opponevano alla politica
governativa, anche se non sostenitori dell'ideologia marxista-leninista.
Negli anni che seguirono, ogni tentativo di riaprire spazi di dialogo e di
negoziato è stato fallimentare. Le FARC. sono state oggetto di una delle
maggiori offensive militari nella storia dell’America Latina, condotta per
quasi dieci anni consecutivi dal governo di A. Uribe (2002–10), il cui
obiettivo dichiarato era quello di sconfiggerle senza ricorrere a nessuno
strumento diplomatico.
L’esecutivo
successivo, presieduto J.M. Santos, ha proseguito fino al 2011 la politica del
suo predecessore. Il bilancio di questa campagna militare è controverso: mentre
fonti governative esaltano l'importanza di alcuni colpi assestati contro membri
del gruppo dirigente delle FARC a partire dal 2008, diversi osservatori
prevedono che una sconfitta militare della guerriglia non sia uno scenario
credibile.
Il
23 giugno 2016, dopo 50 anni di ostilità, il governo colombiano nazionale e una
delegazione delle FARC stipulano un accordo bilaterale definitivo per la
cessazione delle ostilità e per la promozione della pace,
in presenza di Raúl Castro e Ban Ki-moon. il 25 agosto 2016 viene confermato
pubblicamente l'accordo dai negoziatori delle due parti, il presidente Manuel
Santos e il comandante dei guerriglieri del Bloque Caribe de las FARC Iván
Márquez, concludendo il negoziato; l'accordo sarà ratificato in seguito ad un
referendum popolare. A Bogotá, la popolazione ha festeggiato con manifestazioni
di gioia nei parchi e nelle strade.
Il
2 ottobre 2016 l’accordo è stato sottoposto a referendum nazionale venendo
sorprendentemente bocciato dal popolo colombiano con il 50,3% dei voti contrari
in opposizione al 49,7% dei voti favorevoli (con una differenza
stimata di appena 65mila voti) Il successivo 24 ottobre fu firmato un nuovo
accordo di pace tra le parti, a cui seguì la ratifica definitiva da parte del
parlamento colombiano. Il 28 dicembre 2016 il parlamento colombiano ha
approvato una legge che prevede l'amnistia o la grazia ai membri delle Forze
armate rivoluzionarie della Colombia accusati di reati politici. Juan Manuel Santos Calderón riceverà, proprio nel 2016, il
premio Nobel per la pace.
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