Il centrodestra al governo della Regione
continua a essere in fibrillazione, i dispetti fra i partiti ormai sono
quotidiani. Ma nonostante gli evidenti malumori interni non perde voti. Anzi,
li guadagna. Dopo il passaggio di Elena Fancello dai Cinque stelle al Psd'Az,
anche Franco Stara, unico consigliere di Italia
Viva, ha saltato la barricata. Dai banchi dell'opposizione, era stato eletto con
i Progressisti, ha traslocato all'improvviso nel gruppo.
Udc-Cambiamo, che da sempre fa parte della
maggioranza. Il conto è presto fatto: d'ora in poi la coalizione potrà contare
su ben 16 voti in più (erano 14 all'inizio della legislatura) del
centrosinistra e dei Cinque stelle. Ma
nonostante l'evidente strapotere c'è molto che non va in maggioranza. I tre partiti guida - Psd'Az, Lega e Forza Italia - da settimane sono
impegnati in una furibonda lite intestina alla vigilia di un rimpasto
tutt'altro che semplice da gestire per il governatore Solinas. C'è dell'altro: la crescita esponenziale dell'Udc - passato in un
battibaleno da tre a sette consiglieri - ha
reso ancora
più frizzante l'aria in Consiglio. Senza neanche sottovalutare il recente strappo nel gruppo dei
Riformatori, dimezzati, e la nascita annunciata di «Forza Sardegna», in cui confluiranno i ribelli.
Il salto.
Franco Stara ha proprio cambiato casacca e soprattutto bancata. «Resterò in Italia Viva - dice - ma ho
scelto di aderire alll'Udc, perché è un gruppo che vuole costruire una Casa del Centro, molto solida, aperta ai moderati e quindi pronta
ad accogliere tutti gli elettori
scontenti di destra e sinistra». Stara non è più un consigliere di opposizione. «Da sempre -
sottolinea - sono uno schietto
e continuerò a esserlo. Deciderò come votare di volta in volta, ma oggi mi sento molto vicino alla
maggioranza», aggiunge.
Per concludere così: «Gli ultimi avvenimenti nazionali di sicuro hanno accelerato la mia decisione. In questi
giorni Matteo Renzi è finito ingiustamente sotto accusa, mentre altri hanno brigato solo per attaccamento al potere e non sono certo
finiti nel mirino di questo o quello».Malumori. Gli
ultimi a litigare nel centrodestra sono stati, dopo le recenti baruffe sul Piano casa, ancora la Lega, il Psd'Az e Forza Italia. Stavolta si sono sfidati su
quale legge dovrebbe essere discussa per prima dal Consiglio regionale. Per i sardisti, come preteso più volte da Solinas, è quella sul
maxi staff del governatore.
Forza Italia, con il sostegno dell'Udc, ha
risposto picche: «Assolutamente
no. Ad avere il diritto di precedenza è la riforma delle Province». A sua volta la Lega ha
rilanciato: «Se non salta fuori
la Finanziaria, blocchiamo tutto e vediamo come va a finire». Il confronto aspro è andato avanti per ore
nell'ultima riunione dei capigruppo
di maggioranza e l'accordo non è stato trovato. Tant'è che l'Udc avrebbe sollecitato a Solinas un
faccia a faccia immediato e anche un vertice di maggioranza. Però finora non è stato convocato né l'uno e neanche l'altro.
Prova di forza.
Nonostante al momento del voto in Aula il centrodestra abbia dimostrato finora
di essere compatto, fra i partiti è in atto una sfida muscolare. Ognuno di loro
vuole arrivare il più possibile corazzato a quello che per tutti è l'unico vero
obiettivo: il rimpasto in Giunta. L'Udc i suoi passi avanti li ha fatti in
fretta, ha raggiunto la Lega come numero di consiglieri, e presto alzerà la
voce. Poi proprio sul rimpasto i Riformatori si sono spaccati e Forza Italia,
ad esempio, non vuole correre lo stesso rischio. Infine è palese il testa a
testa fra leghisti e sardisti. Due galli nella stessa fattoria continuano a
essere troppi ed ecco perché i duelli fra loro sono tutt'altro che finiti. (ua)
Articolo Nuova Sardegna del 21.01.2021
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Federico Marini
marini.federico70@gmail.com
skype: federico1970ca
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