giovedì 21 gennaio 2021

Traslochi dalla minoranza all’opposizione. Stara da Renzi all'Udc


 


Il centrodestra al governo della Regione continua a essere in fibrillazione, i dispetti fra i partiti ormai sono quotidiani. Ma nonostante gli evidenti malumori interni non perde voti. Anzi, li guadagna. Dopo il passaggio di Elena Fancello dai Cinque stelle al Psd'Az, anche Franco Stara, unico consigliere di Italia Viva, ha saltato la barricata. Dai banchi dell'opposizione, era stato eletto con i Progressisti, ha traslocato all'improvviso nel gruppo.

 Udc-Cambiamo, che da sempre fa parte della maggioranza. Il conto è presto fatto: d'ora in poi la coalizione potrà contare su ben 16 voti in più (erano 14 all'inizio della legislatura) del centrosinistra e dei Cinque stelle. Ma nonostante l'evidente strapotere c'è molto che non va in maggioranza. I tre partiti guida - Psd'Az, Lega e Forza Italia - da settimane sono impegnati in una furibonda lite intestina alla vigilia di un rimpasto tutt'altro che semplice da gestire per il governatore Solinas. C'è dell'altro: la crescita esponenziale dell'Udc - passato in un battibaleno da tre a sette consiglieri - ha reso ancora più frizzante l'aria in Consiglio. Senza neanche sottovalutare il recente strappo nel gruppo dei Riformatori, dimezzati, e la nascita annunciata di «Forza Sardegna», in cui confluiranno i ribelli.

 Il salto. Franco Stara ha proprio cambiato casacca e soprattutto bancata. «Resterò in Italia Viva - dice - ma ho scelto di aderire alll'Udc, perché è un gruppo che vuole costruire una Casa del Centro, molto solida, aperta ai moderati e quindi pronta ad accogliere tutti gli elettori scontenti di destra e sinistra». Stara non è più un consigliere di opposizione. «Da sempre - sottolinea - sono uno schietto e continuerò a esserlo. Deciderò come votare di volta in volta, ma oggi mi sento molto vicino alla maggioranza», aggiunge.

 Per concludere così: «Gli ultimi avvenimenti nazionali di sicuro hanno accelerato la mia decisione. In questi giorni Matteo Renzi è finito ingiustamente sotto accusa, mentre altri hanno brigato solo per attaccamento al potere e non sono certo finiti nel mirino di questo o quello».Malumori. Gli ultimi a litigare nel centrodestra sono stati, dopo le recenti baruffe sul Piano casa, ancora la Lega, il Psd'Az e Forza Italia. Stavolta si sono sfidati su quale legge dovrebbe essere discussa per prima dal Consiglio regionale. Per i sardisti, come preteso più volte da Solinas, è quella sul maxi staff del governatore.

Forza Italia, con il sostegno dell'Udc, ha risposto picche: «Assolutamente no. Ad avere il diritto di precedenza è la riforma delle Province». A sua volta la Lega ha rilanciato: «Se non salta fuori la Finanziaria, blocchiamo tutto e vediamo come va a finire». Il confronto aspro è andato avanti per ore nell'ultima riunione dei capigruppo di maggioranza e l'accordo non è stato trovato. Tant'è che l'Udc avrebbe sollecitato a Solinas un faccia a faccia immediato e anche un vertice di maggioranza. Però finora non è stato convocato né l'uno e neanche l'altro.

 Prova di forza. Nonostante al momento del voto in Aula il centrodestra abbia dimostrato finora di essere compatto, fra i partiti è in atto una sfida muscolare. Ognuno di loro vuole arrivare il più possibile corazzato a quello che per tutti è l'unico vero obiettivo: il rimpasto in Giunta. L'Udc i suoi passi avanti li ha fatti in fretta, ha raggiunto la Lega come numero di consiglieri, e presto alzerà la voce. Poi proprio sul rimpasto i Riformatori si sono spaccati e Forza Italia, ad esempio, non vuole correre lo stesso rischio. Infine è palese il testa a testa fra leghisti e sardisti. Due galli nella stessa fattoria continuano a essere troppi ed ecco perché i duelli fra loro sono tutt'altro che finiti. (ua)

 

Articolo Nuova Sardegna del 21.01.2021 
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Federico Marini
marini.federico70@gmail.com
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