mercoledì 27 gennaio 2021

Credo nella scuola pubblica: senza le nuove generazioni potrebbero essere vittime degli affabulatori dell'odio. Di Vincenzo Maria D'Ascanio


 

Nella mia "home" leggo alcuni “stati” che non condivido, per altro scritti da persone con cui, il più delle volte, trovo corrispondenze in ogni singolo pensiero. Purtroppo queste divergenze accadono su un qualcosa su cui tutti dovremmo trovarci d'accordo... senza i famosi "se" e "ma." Ciò accade puntualmente ogni 27 Gennaio, nella "Giornata della Memoria."

 Non che non sia giusto condannare la politica estera israeliana, per carità, ma la loro condanna è accompagnata da un disprezzo del popolo ebraico per quanto riguarda il loro rapporto conflittuale col popolo palestinese. In breve, si afferma che oggi gli ebrei (non Israele) sono diventati loro i nazisti, mentre i palestinesi sono i nuovi perseguitati, i nuovi ghettizzati, il nuovo capro espiatorio in sacrificio della bestialità umana.

 Anch'io credo che Israele stia conducendo un politica che mette in pericolo i suoi cittadini e prevarichi violentemente i sacrosanti diritti del popolo palestinese, che ha tutta la mia solidarietà. Tuttavia di questo non voglio parlare, altrimenti incapperei nello stesso fraintendimento. Contaminare il "senso" di questo giorno: ovvero ricordare cosa può fare l'uomo (la bestia umana), quando si spengono ragione ed empatia, e la nostra ferocia innata viene liberata senza più freni.

 Ricordare cosa siamo in grado di fare quando rifiutiamo ogni legge morale (che sia naturale e laica o divina), credendo di essere al centro di un ipotetico disegno dove per altro le divinità di riferimento diventiamo noi stessi, con la possibilità di stabilire cosa sia giusto e sbagliato, e individuando così le vittime sacrificabili per la buona riuscita del nostro folle progetto universale.

 Quante volte, nella storia, abbiamo dovuto assistere a questi maledetti scenari! Gli europei che massacrarono i nativi americani, in nome della civilizzazione. Oppure pensiamo alle crociate, dove il sangue scorreva in nome delle differenti religioni (neanche poi così diverse), salvando dunque il diverso massacrato delle fiamme dell'Inferno. Possiamo anche pensare a genocidi a noi più vicini, il genocidio degli armeni da parte dei turchi, o quello dei mussulmani nella guerra balcanica.

 Oggi in Europa assistiamo ad un forte rigurgito di antisemitismo, oltre che di razzismo. Lo possiamo vedere alla televisione, col vilipendio dei cimiteri, oppure nelle scritte sulle porte delle persone scampate ai campi di concentramento, aggressioni nelle strade e nelle piazze. Negli Stati occidentali ricompaiono forme di discriminazione o vera e propria persecuzione, nei confronti di persone che arrivano da altri continenti, e sono additati come preventivi responsabili della disoccupazione, della criminalità o addirittura del tentativo di sottrarci il nostro "sacro territorio." Perché, nei tempi, l'installazione delle paure nelle masse, sopratutto in periodo d'incertezza politica, economica e sociale, ha sempre i suoi pericolosi risultati. Quando la ragione dorme, è pronta ad accogliere ogni sogno di violenza.

 Mai come oggi è importante guardare alla giornata della memoria anche per tutti coloro che morirono in quei campi come oppositori politici, zingari, omosessuali. Dove trovare questi confini: in un dogma religioso, nel pensiero di un filosofo? No, credo possa bastare la nostra Costituzione, che forse occorrerebbe leggere in maniera più approfondita, sopratutto nei suoi principi fondamentali. Perché la nostra Carta Fondamentale è stata frutto di diverse prospettive e sensibilità politica e non a caso, i suoi primi articoli (in particolare l’articolo 3) ci dice che non è legittimo discriminare per questioni di sesso, razza, genere e tutto il resto.

 Credo che viviamo in un periodo storico dove si siano persi molti punti di riferimento. Inoltre, leggendo i libri di testo dei ragazzi, mi accorgo con stupore di quanto questi siano poco approfonditi, a trattino con alcune pagine e qualche disegno ciò che richiederebbe approfondite letture e ulteriori ore d’insegnamento. Gli studenti dovrebbero imparare quanto sia importante conoscere la bestia che vive all’interno di ognuno di noi, che può essere arginata solo con l’educazione. In questo compito credo che sia fondamentale il ruolo della scuola, anche perché, nostro malgrado, le famiglie sono vittime di questa straordinaria accelerazione dei tempi, e talvolta non si ha il tempo per entrare nelle questioni.

 Io credo nella scuola pubblica: è compito dello Stato attivarsi per potenziarla, e rendere più stretto il repporto tra studenti e professori.


 Vincenzo Maria D'Ascanio

 

Nessun commento:

Posta un commento