Nel personalissimo redditometro creativo
elaborato da uno dei percettori (impropri) del reddito di cittadinanza, non era
contemplata la dichiarazione relativa al possesso di una sessantina tra case, terreni
e altri fabbricati. E neppure l'aver incamerato una vincita di 148mila
euro era sembrato elemento degno di nota; e
così, quisquiglie del genere, con diverse gradazioni di omissione, sono passate
sotto silenzio nei moduli compilati per accedere ad uno strumento che in molti
casi ha consentito a persone in serissima difficoltà di avere un minimo di
ristoro.
Non era il caso di 23 "furbetti"
della dichiarazione stanati dalla Guardia di finanza di Nuoro. Ventitré persone
che hanno, per così dire, dimenticato di indicare tra i parametri richiesti
tutto ciò che poteva far lievitare i redditi oltre la soglia dei 30mila euro, e
modificare l'Isee.
Addio sussidio. Le verifiche
si riferiscono a un periodo compreso tra il mese di settembre e gennaio e hanno
riguardato tutta la provincia. Le Fiamme gialle, coordinate dal comandante,
colonnello Alessandro Ferri, hanno avviato i
controlli sulla base di un collaudato protocollo di collaborazione con l'Inps.
I controlli hanno riguardato tutta la provincia;
il dato interessante è che tra i "furbetti" cinque risiedono a Nuoro
e sono tra coloro che non hanno dichiarato le vincite al gioco online, compreso
il signore che ha totalizzato quasi 150mila euro; ma altri due percettori del
reddito di cittadinanza avevano incamerato, grazie alle vincite online, 30mila
euro in un caso e 10mila in un altro.
Certamente i due casi limite sono
rappresentati dalla persona che pur disponendo di un considerevole patrimonio immobiliare,
perché sessanta, tra case, immobili vari e terreni questo sono, oppure di una
notevole liquidità, come i 148mila euro, abbiano pensato di poter comunque
usufruire del reddito di cittadinanza.
È successo d'altronde anche con detenuti
(non tra questi accertamenti), e le modalità dell'accesso al sussidio, con una
autodichiarazione, devono aver alimentato la speranza di farla franca. Ovviamente, nel mucchio, ci sono anche quelli che hanno dimenticato di
indicare patrimoni meno consistenti, e comunque aggiuntivi rispetto magari alla
casa di proprietà (che è ammessa).
La Guardia di finanza ha segnalato i 23
alla Direzione provinciale dell'Inps, che ora avvierà le pratiche per la revoca
del sostegno e contestualmente attiverà le pratiche per recuperate le somme
indebitamente ricevute. Complessivamente, la cifra corrisposta è di circa
200mila euro: denari evidentemente sottratti a chi magari ne avrebbe avuto
realmente necessità. Parallellamente, i "furbetti" del reddito di
cittadinanza sono stati denunciati per il reato di indebita percezione. Ora
dovranno restituire tutto. E affrontare un processo
di Simonetta Selloni
Articolo
tratto da la Nuova Sardegna del 27.01.2021
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