(21 Gennaio 1924) Muore Vladimir Ilich Ulyanov, più conosciuto con
lo pseudonimo di Lenin.
Considerato una delle figure più significative e influenti del XX secolo, Lenin
è stato oggetto postumo di un imponente culto della personalità all'interno
dell'Unione Sovietica, (e non solo) fino alla sua dissoluzione avvenuta nel
1991. Divenne una figura ideologica, ispiratore del marxismo-leninismo e quindi
ebbe un'influenza di primo piano nel movimento comunista internazionale.
Lenin
era figlio di un ispettore scolastico, la sua giovinezza fu segnata dalla
vicenda del fratello maggiore Aleksej, arrestato e impiccato nel maggio 1887
per aver partecipato alla preparazione di un attentato contro Alessandro III. Nel
1903 assunse un ruolo chiave nella scissione del POSDR per via di notevoli
differenze ideologiche.
Incoraggiò l'insurrezione della fallita rivoluzione russa del 1905, in
seguito promosse una campagna affinché la prima guerra mondiale fosse
trasformata in una rivoluzione proletaria a livello europeo che, come il
marxismo prevedeva, avrebbe comportato il rovesciamento del capitalismo e la
sua sostituzione con il socialismo. Dopo la rivoluzione russa del febbraio del
1917 che portò alla caduta della monarchia zarista e all'istituzione di un
governo provvisorio, Lenin fece ritorno in Russia per
la rimozione del nuovo regime a favore di un governo bolscevico guidato dei
soviet.
Lenin assunse così un ruolo da
protagonista nella rivoluzione d'ottobre del 1917, nella caduta del governo
provvisorio e nella creazione di uno Stato monopartitico guidato dal nuovo
partito comunista. Il suo governo abolì l'Assemblea
costituente della Russia, ritirò il Paese dalla prima guerra mondiale
con la firma del trattato di Brest-Litovsk insieme gli Imperi centrali e
concesse un'indipendenza temporanea alle nazioni non russe sotto il controllo
russo. Con decreto ridistribuì terreni tra i contadini
e nazionalizzò la grande industria.
Lenin spese gli ultimi anni della
propria vita, una volta conclusa la guerra e resosi conto delle proprie
precarie condizioni di salute, principalmente nel cercare di designare il suo
"successore" alla guida del partito.
Venne colpito il 25 maggio 1922 da un ictus che comportò una parziale paralisi
del lato destro del corpo, tanto che fu costretto a imparare a scrivere con la
sinistra; solo il 2 ottobre cominciò a tornare all'attività, ma il 16 dicembre
subì un secondo attacco. Il 23 dicembre riprese forze e lucidità, ma le sue
condizioni si aggravarono progressivamente. Dal 6 marzo 1923 non fu più in
grado di comunicare, fino alla completa paralisi e alla morte avvenuta il 21
gennaio 1924.
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