martedì 19 gennaio 2021

La consueta scelta del meno peggio, per non avere la destra xenofoba. Di Lucia Chessa.

Siamo costretti a tenerci voi, e persino a desiderare che rimaniate. Lo sappiamo: una pessima destra, aggressiva, violenta, xenofoba e razzista è cresciuta in questi anni. Ci ha offerto spettacoli di cattiveria ammantati di “difesa dei confini nazionali”, con esseri umani raccolti dal mare e ammassati per giorni su navi ferme davanti a porti chiusi; ci ha mostrato la meschineria del bullismo governativo che suona al campanello di una casa privata per esibire l’oscenità di quel “scusi lei spaccia?”; ci ha dimostrato come si può parlare alla pancia di un popolo convincendolo che tutto il malessere che lo attraversa non sia il frutto delle politiche loro, che governano alternandosi con altri da circa 30 anni, ma di quei disperati appena arrivati che, scappando da un niente fatto di povertà, guerre, pericolo, cercano altra vita e altre possibilità.

 Vincerebbe questa destra se oggi si andasse a votare? Chi sa, i sondaggi a volte sbagliano, ma in realtà è vero, potrebbe anche andare così e non è certo quello che noi vorremmo. Del resto siamo una Repubblica Parlamentare nella quale, finché il parlamento sovrano esprime una maggioranza, che piaccia o non piaccia, per 5 anni a votare non si deve andare.

 Ed è perciò che le Meloni, i Renzi, i Salvini dovranno rinviare ancora il sogno dei loro “pieni poteri” ed aspettare ancora il loro rientro al governo. Rientro si badi bene, perché è meglio non dimenticare mai che sono classe dirigente di questo paese, alternandosi tra loro, si e no da 30 anni nelle vesti più disparate di ministro, di presidente del consiglio, di parlamentare europeo, di vice presidente del consiglio. Sono stati li, non hanno fatto altro in vita loro ed ora, invece di assumere responsabilità del disastro di oggi, esibiscono ricette sicure, idee chiare e vincenti, interventi risolutivi per ogni problema. Peccato non avessero altrettanta convinzione quando erano al governo. Peccato siano stati così estesamente illuminati un minuto dopo essere passati all’opposizione dove, si sa, diventa tutti molto più semplice.

 Ma io, mentre vi vedo esultare per un nuovo governo giallino sfumato e rosetto tendente al bianco, non posso fare a meno di ricordare chi ha fatto grande Salvini e chi ha fatto grande Renzi. Grandi di grandezze gonfiate e di inconsistenze etiche e democratiche abissali. Conte e le 5 Stelline vostre hanno fatto grande Salvini. Facendolo ministro, lasciandogli cavalcare l’onda xenofoba ed, a volte, persino cercando di inseguirlo nella ricerca di consenso su quel terreno, consegnandogli la Rai, consentendogli di svolazzare su quegli aerei di stato con la felpa dei carabinieri, della polizia, dei vigili del fuoco, lasciando che sulle piazze e sui balconi le forze dell’ordine zittissero le manifestazioni di dissenso, lasciando che intervenisse nelle scuole a sospendere insegnanti, dando una veste istituzionale ai suoi deliri dei pieni poteri.

 E Renzi? Chi l’ha fatto grande Renzi? Ve lo ricordate quando nel PD eravate tutti renziani ad iniziare, in Sardegna, dalla giunta e dalla maggioranza Pigliaru? E quando mentre lui si occupava di Banche, di incarichi in magistratura, di manomissioni della costituzione disegnante per indebolire il parlamento e rafforzare il governo, voi inneggiavate al rottamatore sciolto e giovanile, spigliato come un venditore di pentole e dunque in grado di dare quell’immagine di nuovo e di rinnovato di cui necessitava un PD stanco, logorato da lottizzazioni di poltrone remunerate, pieno di imbroglioni e di bande di affaristi? Ve lo ricordate? Io sì! Me lo ricordo.

 Ed ora questo paese è costretto a tenersi voi, persino a desiderare che rimaniate in piedi, per contrastare ciò che voi stessi avete creato. Eppure a me non sfugge che il Conte bis ha vivacchiato tra monopattini, banchi a rotelle e poco altro. Nessun intervento strutturale né materiale, né immateriale, su scuola, sanità, lavoro, ambiente, territorio. Nessuna grande riforma se non quel vergognoso taglio di parlamentari che ci priverà della possibilità di rappresentanza e che si poteva semplicemente evitare tagliandovi le indennità.

 Mi verrebbe da dirvi di prendervi un’auto blu (che ne avete comprato nuove) e di andarvene a “quel paese” che dovrebbe esservi familiare, a voi dei 5 stelle perché ce li mandavate, e a voi del PD perché vi ci mandavano. Ma non lo farò, perché sono una signora. (Qui si scherza eh...) Ci terremo voi ma voi non siete ciò che ci vuole. C’è bisogno di altro e noi, con altri, molti altri spero, dovremo costruirlo. E buongiorno a tutti quanti.

 

Lucia Chessa

 

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