La costituzione dell'Ares (Azienda
regionale della salute) ad aprile, la liquidazione con annessa decadenza
dell'Ats subito dopo, e la formazione delle otto Asl come enti dotati di
personalità giuridica forse già a giugno. Sono i
passi per la realizzazione della riforma sanitaria, la cui attuazione il Consiglio regionale
aveva fatto slittare dal primo gennaio 2020 al primo gennaio 2021. «Nei primi tre mesi voglio chiudere il
progetto di partenza dell'Ares», ha annunciato ieri il commissario
straordinario di Ats Massimo Temussi.
Debiti e crediti. All'Ats «potrà essere nominato un liquidatore, ci sono 1,4 miliardi di fatture da pagare, poi la nuova Ares potrà partire senza debiti e crediti». Il subentro delle Asl nei rapporti giuridici è prorogato al 2022 ma può essere attuato già a giugno. È vicina anche la soluzione del problema alla base dell'impugnazione della riforma da parte del Governo, il 20 novembre scorso, cioè la previsione di elenchi regionali da cui attingere per le nomine di direttori generali e commissari. Per la legge statale l'unico elenco da cui “pescare” è quello nazionale. Che, ha aggiunto ieri Temussi, sarà riaperto tra domani 21 gennaio e il 6 febbraio, così da consentire l'iscrizione di chi era inserito solo nella lista regionale.
La prima riunione. Il commissario Ats ha già incontrato i
colleghi delle aziende locali per una riunione operativa. Ieri
gli otto commissari hanno fatto la loro prima uscita pubblica nella commissione
Sanità del Consiglio regionale per fare il punto su contagi Covid e
vaccinazione: presenti Bruno Simola (Asl Cagliari), Luigi Ferrai (Lanusei),
Francesco Logias (Gallura), Gesuina Cherchi (Nuoro), Alessandro Baccoli
(Sanluri), Flavio Sensi (Sassari), Antonio Cossu (Oristano) e Gianfranco Casu (Carbonia).
Roberto Murgia
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