La proposta del sindaco Paolo Truzzu di
rispolverare il Betile ha ravvivato il dibattito politico cittadino. Un annuncio (l'intervista è su unionesarda.it) fatto dal primo cittadino poco prima del voto del Consiglio comunale a Palazzo Bacaredda,
chiamato ad approvare le varianti
urbanistiche per il nuovo stadio e per la riqualificazione dei quartieri Sant'Elia e San Bartolomeo,
perché «mi sembrava che il dibattito si stesse adagiando su temi molto bassi, questioni di dettaglio».
Una proposta giusta Maria Antonietta
Mongiu era l'assessora della Giunta Soru che firmò l'accordo di programma con
il Comune di Cagliari per la realizzazione del Betile. «Avevamo 300 milioni di
euro a disposizione, il sindaco Emilio Floris aveva anche siglato l'intesa, ma il Consiglio comunale
non lo ratificò», ricorda l'intellettuale. Uno smacco che causò «un grave danno per la città».
L'ex assessora non ha dubbi. «Cagliari deve rilanciare il progetto del Betile, approfittando del fatto
che ora il Museo archeologico cittadino è autonomo. Il Museo dell'arte nuragica e dell'arte contemporanea potrebbe diventare la novità che cambia in modo positivo la faccia del capoluogo e di tutta la
Sardegna. Cagliari ha sempre ospitato i monumenti più importanti dell'Isola».
Qualcuno sostiene che i costi per la
realizzazione sarebbero troppo elevati, insostenibili, addirittura, quelli per la gestione. «I soldi non erano e non sono un problema», ribatte Mongiu. Prima non
sarebbe necessario riqualificare Sant'Elia, i suoi palazzoni e gli impianti fognari? «No, altrimenti avremmo dovuto fare lo stesso ragionamento
con il nuovo stadio, mica è una cattedrale nel deserto. Si riprenda il master plan di Rem Koolhaas e da lì si parta per far rinascere il
quartiere».
Maria Antonietta Mongiu esorta a superare
gli steccati: «Il tempo è maturo per uscire dalle logiche di maggioranza e
opposizione». Solo chiacchiere «Sono solo parole buttate a vento», afferma Massimo Zedda, ex sindaco del capoluogo e attualmente a capo
dell'opposizione in Consiglio regionale. «La variante urbanistica approvata martedì scorso dal Consiglio comunale a Palazzo Bacaredda non
prevede la realizzazione del
Museo archeologico e di arte contemporanea progettato da Zaha Hadid sul lungomare Sant'Elia.
Truzzu – aggiunge Zedda – aveva la possibilità
di chiedere risorse come ha fatto Reggio Calabria per il suo Museo del Mare,
progettato sempre dall'architetta anglo-irachena, invece insiste nel chiedere
finanziamenti per la realizzazione del tunnel di via Roma».
Interessante ma difficile. L'architetto e professore universitario Paolo Sanjust è cauto. «Era
un'opera di interesse straordinario, di qualità altissima. Un progetto
certamente da riproporre con tutte le cautele del caso: l'autrice è morta anche
se il suo studio porterà avanti i suoi lavori. È necessario
analizzare il nuovo
contesto e capire se il Betile è compatibile con lo stadio». Sant'elia, solo Sant'Elia: era anche spuntata l'ipotesi di realizzarlo in
altri luoghi. «Non ha senso spostare il museo. L'opera, con le sue forme, è
stata pensata per stare vicino alle onde del mare».
Andrea Artizzu
Articolo “Unione Sarda” del 05.06.2021
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Federico Marini
skype: federico1970ca
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