giovedì 24 giugno 2021

Delta, crescono i casi nell'Isola.


 

Il sospetto è stato confermato: la variante Delta aveva acceso un focolaio nel Nord Sardegna, un fuoco che - se non arginato con l'isolamento dei contagiati e screening a tappeto - avrebbe potuto dilagare in breve tempo. Sono tutti del mutante indiano i quindici tamponi sottoposti a sequenziamento nel laboratorio di microbiologia e virologia dell'Aou di Sassari. Uno riguarda un uomo arrivato dall'estero, gli altri quattordici vengono invece da un unico cluster, cioè il set del film Disney La Sirenetta che viene girato nelle spiagge da Castelsardo a Golfo Aranci.

 

«Sono tutti casi presi per tempo e isolati, e intanto - sottolinea Salvatore Rubino, direttore del laboratorio - sono stati fatti screening e tracciamenti allargati, ma il rischio sempre presente è che il virus viaggi sottotraccia. Per questo è fondamentale che vengano fatti tantissimi tamponi molecolari, altrimenti rischiamo di arrivare al punto che, come è successo per la variante inglese, nel giro di un mese questa Delta non farà neanche più notizia». Allerta anche per la variante brasiliana: tre i tamponi sospetti (una famiglia in quarantena nella zona di Olbia) avviati al sequenziamento nel laboratorio di Sassari.

 

Il monitoraggio Ieri tutti i centri regionali di riferimento (per la Sardegna i laboratori delle Aou di Cagliari e Sassari) hanno inviato all'Istituto superiore di Sanità i campioni sequenziati, un contributo nell'ambito dell'indagine permanente sulla distribuzione dei mutanti del virus in Italia. Finora nel Paese (Sardegna compresa) prevale la variante inglese; domani chissà. «Tra dieci giorni – dice il professor Rubino – vedremo i risultati e capiremo se, e quanto, si sta diffondendo la Delta». Ieri è arrivato l'esito dei 300 test molecolari fatti nei giorni scorsi a Trinità d'Agultu, il centro gallurese dov'era stato spostato il set del film Disney prima dell'identificazione dei contagi nella troupe e dell'interruzione delle riprese.

 

«Su 300 tamponi solo due positivi: uno di Badesi e uno di Trinità che è già in isolamento, come tutti i suoi contatti», dice il sindaco Giampiero Carta. «La situazione è sotto controllo, finora sono stati fatti due screening, in totale 830 tamponi. Non è escluso che l'Ats decida di continuare a testare la popolazione». Trinità d'Agultu conta 2.150 residenti, più 500 tra Costa Paradiso e gli altri borghi turistici.

 

I controlli a campione. Nell'Isola, la seconda regione dopo il Lazio per diffusione della variante Delta secondo i dati dell'Istituto superiore di Sanità, sono stati identificati finora una trentina di contagiati (13 nel Sud Sardegna, ma sette sono componenti dell'equipaggio di una petroliera attraccata a maggio alla Saras di Sarroch). Intanto la Centrale operativa regionale sta mettendo a punto il piano di monitoraggio del rischio epidemiologico necessario per sorvegliare la circolazione del virus, soprattutto adesso che incombe la variante Delta, più contagiosa di quella inglese. L'obiettivo è fare 2.500 tamponi al giorno, tutti i giorni, come peraltro verrà presto imposto dal ministero della Sanità come pre condizione per la permanenza in zona bianca. In questo momento di bassa circolazione del virus il piano di monitoraggio prevede controlli a campione nelle strutture turistiche, nelle case per anziani e agli arrivi nei porti e negli aeroporti.

 

La responsabilità. A furia di mutare, la variante Delta ha messo su famiglia. Tre le versioni oggi in circolazione, spiega Ferdinando Coghe, responsabile del laboratorio di analisi chimico-cliniche e microbiologia dell'Aou di Cagliari. «Sono la 617.1, 617.2 e 617.3. Finora in Sardegna abbiamo trovato la 2, che prevale per la particolare virulenza e la caratteristica patogenicità». Tredici i casi già individuati dal laboratorio di Cagliari, mentre altri sequenziamenti sono in corso. «Cosa ci aspettiamo? Sicuramente una forte prevalenza della variante inglese, speriamo di non trovare altre sorprese. L'altro giorno, insieme a una Delta abbiamo trovato una variante brasiliana e questa non è che ci preoccupa meno dell'altra».

 

Il virus fa il giro del mondo. «Segno dei tempi. La globalizzazione, la facilità con cui viaggiamo da un continente all'altro ci espone al contagio. Per questo motivo, davanti a una pandemia, è necessario mantenere la giusta prudenza. Vero, qui c'è una bassa circolazione del virus, ma nel resto del mondo non è così ed è facile entrare a contatto con un infetto e, anche se vaccinati, contagiare chi ci sta intorno. Abbiamo tutti una responsabilità ed è quella di contribuire ad arginare il virus. Nessuno si deve segregare in casa, basta essere prudenti».

 

Di Piera Serusi.

 

 

Articolo “Unione Sarda” del 24.06.2021

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Federico Marini

marini.federico70@gmail.com

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