Il sospetto è stato confermato: la variante
Delta aveva acceso un focolaio nel Nord Sardegna, un fuoco che - se non
arginato con l'isolamento dei contagiati e screening a tappeto - avrebbe potuto
dilagare in breve tempo. Sono tutti del mutante indiano i
quindici tamponi sottoposti a sequenziamento nel laboratorio di microbiologia e
virologia dell'Aou di Sassari. Uno riguarda un uomo arrivato dall'estero, gli
altri quattordici vengono invece da un unico cluster, cioè il set del film
Disney La Sirenetta che viene girato nelle spiagge da Castelsardo a Golfo
Aranci.
«Sono tutti casi presi per tempo e
isolati, e intanto - sottolinea Salvatore Rubino, direttore del laboratorio -
sono stati fatti screening e tracciamenti allargati, ma il rischio sempre
presente è che il virus viaggi sottotraccia. Per questo è fondamentale che
vengano fatti tantissimi tamponi molecolari, altrimenti rischiamo di arrivare
al punto che, come è successo per la variante inglese, nel giro di un mese
questa Delta non farà neanche più notizia». Allerta
anche per la variante brasiliana: tre i tamponi sospetti (una famiglia in
quarantena nella zona di Olbia) avviati al sequenziamento nel laboratorio di
Sassari.
Il monitoraggio Ieri tutti i centri
regionali di riferimento (per la Sardegna i laboratori delle Aou di Cagliari e
Sassari) hanno inviato all'Istituto superiore di Sanità i campioni sequenziati,
un contributo nell'ambito dell'indagine permanente sulla distribuzione dei
mutanti del virus in Italia. Finora nel
Paese (Sardegna compresa) prevale la variante inglese; domani chissà. «Tra dieci giorni – dice il professor Rubino – vedremo i risultati e
capiremo se, e quanto, si sta diffondendo la Delta». Ieri è arrivato l'esito
dei 300 test molecolari fatti nei giorni scorsi a Trinità d'Agultu, il centro
gallurese dov'era stato spostato il set del film Disney prima
dell'identificazione dei contagi nella troupe e dell'interruzione delle
riprese.
«Su 300 tamponi solo due positivi: uno di
Badesi e uno di Trinità che è già in isolamento, come tutti i suoi contatti»,
dice il sindaco Giampiero Carta. «La situazione è sotto controllo, finora sono
stati fatti due screening, in totale 830 tamponi. Non è escluso che l'Ats
decida di continuare a testare la popolazione». Trinità d'Agultu conta 2.150
residenti, più 500 tra Costa Paradiso e gli altri borghi turistici.
I controlli a campione. Nell'Isola, la seconda regione dopo il Lazio
per diffusione della variante Delta
secondo i dati dell'Istituto superiore di Sanità, sono stati identificati
finora una trentina di contagiati (13 nel Sud Sardegna, ma sette sono
componenti dell'equipaggio di una petroliera attraccata a maggio alla Saras di
Sarroch). Intanto la Centrale operativa regionale sta mettendo a punto il piano
di monitoraggio del rischio epidemiologico necessario per sorvegliare la
circolazione del virus, soprattutto adesso che incombe
la variante Delta, più contagiosa di quella inglese. L'obiettivo è fare 2.500 tamponi al giorno, tutti i giorni, come peraltro
verrà presto imposto dal ministero della Sanità come pre condizione per la
permanenza in zona bianca. In questo momento di bassa circolazione del virus il
piano di monitoraggio prevede controlli a campione nelle strutture turistiche, nelle
case per anziani e agli arrivi nei porti e negli aeroporti.
La responsabilità. A furia di mutare, la variante Delta ha messo su famiglia. Tre le
versioni oggi in circolazione, spiega Ferdinando Coghe, responsabile del
laboratorio di analisi chimico-cliniche e microbiologia dell'Aou di Cagliari.
«Sono la 617.1, 617.2 e 617.3. Finora in Sardegna abbiamo trovato la 2, che
prevale per la particolare virulenza e la caratteristica patogenicità». Tredici
i casi già individuati dal laboratorio di Cagliari, mentre altri sequenziamenti
sono in corso. «Cosa ci aspettiamo? Sicuramente una forte
prevalenza della variante inglese, speriamo di non trovare altre sorprese. L'altro giorno, insieme a una Delta abbiamo trovato una variante
brasiliana e questa non è che ci preoccupa meno dell'altra».
Il virus fa il giro del mondo. «Segno dei
tempi. La globalizzazione, la facilità con cui viaggiamo da un continente
all'altro ci espone al contagio. Per
questo motivo, davanti a una pandemia, è necessario mantenere la giusta
prudenza. Vero, qui c'è una bassa circolazione del virus, ma nel resto del
mondo non è così ed è facile entrare a contatto con un infetto e, anche se
vaccinati, contagiare chi ci sta intorno. Abbiamo tutti una responsabilità ed è
quella di contribuire ad arginare il virus. Nessuno
si deve segregare in casa, basta essere prudenti».
Di Piera Serusi.
Articolo “Unione Sarda” del 24.06.2021
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Federico Marini
skype: federico1970ca
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