Dopo
diverso tempo torno a scrivere della vicenda #PortoCanale,
torno a scrivere ad un anno esatto dal giorno in cui è
stata presentata la gara internazionale.
Un
anno fa, per la maggior parte dei lavoratori del porto industriale è stato un
giorno di festa, la presentazione del bando ha acceso
in tutti noi un barlume di speranza; eravamo nuovamente in gioco. Ebbene
sono passati 366 giorni da quel dì, e arriviamo puntuali ad un altro
appuntamento, che questa volta cade il 9 dicembre, la chiusura dei giochi
(l'Autorità Portuale ha dato questo limite di tempo secondo l’art. 10 bis del
codice degli appalti). Riuscirà la sconosciuta Pifim a stupire tutti quanti
integrando la documentazione mancante?
La
speranza è fievole ma c'è, deve esserci!
Ma
se così non fosse? È pronta l'ADSP a presentare un nuovo bando, con condizioni
più favorevoli, questa volta?
Il
MISE, il MITe il MIL hanno intenzione di mettere in campo delle azioni per il
rilancio del Transhipment?
E
la Regione Sardegna farà la sua parte?
Un’isola non può prescindere da un porto internazionale, per le sue
imprese che operano nell'import/export non ci sarebbero le condizioni di libero
mercato,
infatti i costi di trasporto, come denunciato anche da Confindustria, senza le
opportunità del Porto Canale, sono cresciuti dal 10 al 30%.
Più di 300 lavoratori diretti e altrettanti indiretti aspettano
risposte,
i più non lavorano e quindi non pagano le tasse anzi, usufruiscono di
ammortizzatori sociali. È questo il futuro che auspichiamo? Le politiche di
rilancio non possono aspettare, diteci con chiarezza che progetti avete per il
futuro del porto. Grazie.
Danilo Agus
Sindacalista e lavoratore al Porto
canale Di Cagliari.
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