lunedì 7 dicembre 2020

Porto Canale: I lavoratori (e non solo) attendono una risposta


 

Dopo diverso tempo torno a scrivere della vicenda #PortoCanale, torno a scrivere ad un anno esatto dal giorno in cui è stata presentata la gara internazionale.

 Un anno fa, per la maggior parte dei lavoratori del porto industriale è stato un giorno di festa, la presentazione del bando ha acceso in tutti noi un barlume di speranza; eravamo nuovamente in gioco. Ebbene sono passati 366 giorni da quel dì, e arriviamo puntuali ad un altro appuntamento, che questa volta cade il 9 dicembre, la chiusura dei giochi (l'Autorità Portuale ha dato questo limite di tempo secondo l’art. 10 bis del codice degli appalti). Riuscirà la sconosciuta Pifim a stupire tutti quanti integrando la documentazione mancante?

La speranza è fievole ma c'è, deve esserci!

Ma se così non fosse? È pronta l'ADSP a presentare un nuovo bando, con condizioni più favorevoli, questa volta?

Il MISE, il MITe il MIL hanno intenzione di mettere in campo delle azioni per il rilancio del Transhipment?

E la Regione Sardegna farà la sua parte?

 Un’isola non può prescindere da un porto internazionale, per le sue imprese che operano nell'import/export non ci sarebbero le condizioni di libero mercato, infatti i costi di trasporto, come denunciato anche da Confindustria, senza le opportunità del Porto Canale, sono cresciuti dal 10 al 30%.

 Più di 300 lavoratori diretti e altrettanti indiretti aspettano risposte, i più non lavorano e quindi non pagano le tasse anzi, usufruiscono di ammortizzatori sociali. È questo il futuro che auspichiamo? Le politiche di rilancio non possono aspettare, diteci con chiarezza che progetti avete per il futuro del porto. Grazie.







 

Danilo Agus

Sindacalista e lavoratore al Porto canale Di Cagliari.


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