(15 Dicembre 2000)
Viene spento il terzo reattore dell’impianto nucleare di Cernobyl. Lo stop
definitivo arriva durante una cerimonia ufficiale che si svolge a Kiev, nel
corso della quale il presidente ucraino, Leonid Kuchma, ordina di premere il
pulsante d'arresto della centrale. Si conclude la tragica vicenda iniziata il
26 aprile 1986, quando la fusione del nocciolo del reattore n.4 della stessa
centrale e l’esplosione della sua copertura provocarono la più grande
catastrofe nucleare della storia.
L'incidente accadde
nella notte tra il 25 e il 26 aprile 1986, quando si verificò l’esplosione del
reattore numero 4 della centrale atomica mentre era in corso un test (erano
stati staccati i sistemi di sicurezza). Durante una prova per verificare il
funzionamento della turbina in caso di assenza improvvisa di corrente
elettrica, errori umani e tecnica difettosa crearono le condizioni per il
disastro. L’orologio segnava l’una, 23 minuti e 44 secondi.
In conseguenza
dell’incidente furono introdotte nell’ambiente circostante grandi quantità di
materiale radioattivo e si formò una nube tossica che si estese su gran parte
dell’Europa. L’incidente provocò la morte di 31 persone e rese necessaria
l’evacuazione di 116.000 abitanti nel raggio di 30 km (1/5 dei quali assorbì
dosi di radiazioni in grado di causare letali patologie), creando danni
irreversibili al suolo, alla vegetazione e ai corpi idrici nel raggio di 60 km.
Solo il 27 aprile, 36 ore dopo l’incidente, furono evacuati i 45 mila abitanti
di Pripyat, la cittadina a un passo da Chernobyl. In totale furono circa 350
mila le persone evacuate dalla regione e costrette a trasferirsi altrove.
Cifre non ufficiali
alzano il numero dei morti sino a 25 mila in tre paesi diversi (Ucraina,
Bielorussia e Russia) investiti dalla nube radioattiva. Tuttavia certezze non
ve ne sono, nemmeno per i numeri delle persone colpite da malattie e disturbi
psicologici che possono aver interessato cinque milioni di persone, che anche
per un breve periodo sono state esposti a radiazioni sopra la norma.
Attualmente la zona proibita è diventata meta per le gite organizzate che
offrono ai turisti la possibilità di arrivare sino sotto il reattore numero 4
di Chernobyl e di visitare la città fantasma di Pripyat.
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