martedì 15 dicembre 2020

(15 Dicembre 2000) Viene spento il terzo reattore dell’impianto nucleare di Cernobyl

(15 Dicembre 2000) Viene spento il terzo reattore dell’impianto nucleare di Cernobyl. Lo stop definitivo arriva durante una cerimonia ufficiale che si svolge a Kiev, nel corso della quale il presidente ucraino, Leonid Kuchma, ordina di premere il pulsante d'arresto della centrale. Si conclude la tragica vicenda iniziata il 26 aprile 1986, quando la fusione del nocciolo del reattore n.4 della stessa centrale e l’esplosione della sua copertura provocarono la più grande catastrofe nucleare della storia.

 

L'incidente accadde nella notte tra il 25 e il 26 aprile 1986, quando si verificò l’esplosione del reattore numero 4 della centrale atomica mentre era in corso un test (erano stati staccati i sistemi di sicurezza). Durante una prova per verificare il funzionamento della turbina in caso di assenza improvvisa di corrente elettrica, errori umani e tecnica difettosa crearono le condizioni per il disastro. L’orologio segnava l’una, 23 minuti e 44 secondi.

 

In conseguenza dell’incidente furono introdotte nell’ambiente circostante grandi quantità di materiale radioattivo e si formò una nube tossica che si estese su gran parte dell’Europa. L’incidente provocò la morte di 31 persone e rese necessaria l’evacuazione di 116.000 abitanti nel raggio di 30 km (1/5 dei quali assorbì dosi di radiazioni in grado di causare letali patologie), creando danni irreversibili al suolo, alla vegetazione e ai corpi idrici nel raggio di 60 km. Solo il 27 aprile, 36 ore dopo l’incidente, furono evacuati i 45 mila abitanti di Pripyat, la cittadina a un passo da Chernobyl. In totale furono circa 350 mila le persone evacuate dalla regione e costrette a trasferirsi altrove.

 

Cifre non ufficiali alzano il numero dei morti sino a 25 mila in tre paesi diversi (Ucraina, Bielorussia e Russia) investiti dalla nube radioattiva. Tuttavia certezze non ve ne sono, nemmeno per i numeri delle persone colpite da malattie e disturbi psicologici che possono aver interessato cinque milioni di persone, che anche per un breve periodo sono state esposti a radiazioni sopra la norma. Attualmente la zona proibita è diventata meta per le gite organizzate che offrono ai turisti la possibilità di arrivare sino sotto il reattore numero 4 di Chernobyl e di visitare la città fantasma di Pripyat.

 

 

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