Basta,
lamentarsi: la Città metropolitana di Cagliari entra nella top ten delle
province (e Aree vaste) con il più alto tasso di qualità della vita in Italia.
Con un balzo di undici posizioni rispetto al 2019, in una classifica che tiene
inevitabilmente conto anche del Covid, va in nona posizione. Quasi tutta la scalata si sconta però - in senso contrario -
nella provincia del Sud Sardegna: quella di Cagliari com'era un tempo
tranne la Città metropolitana. Frana di dieci gradini, finendo all'87°
(l'intera scala ne ha 107). Peggiorano le province di Sassari (perde quattro
posizioni ed è 62ª), e Nuoro è un posto più giù dopo essere scesa di sei.
Oristano lascia la posizione 65 e va alla 67.
Il
report annuale
Sono i dati
della classifica sulla qualità della vita che stila ogni anno il quotidiano Il
Sole 24 Ore, basata su 90 indicatori: 60 sono stati aggiornati, 25 misurano
l'impatto del virus su economia e società. Non a caso Sassari, che ebbe un
devastante focolaio di Covid-19 all'ospedale Santissima Annunziata, scende
parecchio.
Emilia
superstar. A livello nazionale trionfa Bologna con la sua provincia: in vetta dopo
un balzo di 13 posizioni. La segue l'ex più vivibile
d'Italia, cioè Bolzano, e la terza è Trento.
Seguono Verona, Trieste, Udine, Aosta, Parma e -
sorpresa - Cagliari metropolitana: nono posto. Rendono
orgogliosi gli emiliani non soltanto il primato di Bologna, ma anche le loro cinque province nei primi venti posti. In fondo c'è Crotone al gradino 107, che rispetto al
2019 scambia la 106 con Caltanissetta. E c'è
tanto Profondo Sud negli ultimi posti della graduatoria.
Nei
dettagli Tornando alla Sardegna, numerose le curiosità. Se
cercate un collegamento Internet a banda larga,
ad esempio, non andate a
Oristano: è
la provincia peggiore d'Italia per la banda larga su Internet. Il Sud Sardegna è invece il fanalino di coda per abbonamenti a
Internet veloce (100 Mega al secondo). La Città metropolitana di Cagliari vanta
il più basso tasso di mortalità in Italia e il più alto numero di pediatri per
abitante, oltre che il primato delle ore di formazione professionale
continua. Eppure è penultima per tasso di natalità (2,33 per mille abitanti),
ma solo perché il posto più basso se l'è preso Oristano, che in compenso è la
provincia più sicura (nel senso della criminalità) del Paese.
Sassari è
terza per densità di infermieri (e il Sud Sardegna ultimo), e campeggia la
sigla SU anche nell'ultima posizione di Spid (identità digitali) erogate: 9,18
per mille abitanti. Nuoro è medaglia d'oro per riduzione di ore di cassa integrazione,
ma ultima nella classifica del commercio in rete e del numero di piscine. Sempre la provincia barbaricina ha la più bassa densità abitativa d'Italia (36,7 abitanti per chilometro
quadrato), ma riesce ad avere il primato
italiano di bar (5,59 ogni mille abitanti). Al seggio, nel Nuorese vanno
pochi: penultima posizione nella partecipazione elettorale (34,40%), peggio fa
solo Caltanissetta.
I
sindaci I
dati fanno ovviamente piacere al sindaco di Cagliari e metropolitano,
Paolo Truzzu: «Il nono posto per la vivibilità in Italia
non è poco, e c'entrano anche i pochi casi di Covid-19. Abbiamo un buon clima, non ci sono racket, il verde urbano e
le strade pulite aiutano. Dobbiamo riuscire a
vendere tutto questo turisticamente, e su questo
deve muoversi la Regione. In ogni caso», conclude Truzzu, «oggi ci godiamo i dati, ma da domani ci rimettiamo al
lavoro per migliorare ancora».
Da Quartu, il
sindaco Graziano Milia premette che queste classifiche lo trovano un po'
dubbioso, «comunque i dati della Città metropolitana devono indurre a
lamentarsi di meno e a far fruttare ciò che abbiamo». Da
Carbonia, capoluogo del Sud Sardegna, la sindaca Paola Massidda addebita la caduta della provincia in classifica «alla
riduzione dei finanziamenti, considerato che molti sono
andati alla Città metropolitana. Nel
frattempo perdiamo posti di lavoro pubblici e dimentichiamo le nostre eccellenze,
alcune delle quali sono anche all'ospedale Sirai».
Da
Sanluri, il primo cittadino Alberto Urpi sottolinea che «dove c'è un forte
tessuto produttivo la situazione regge, e dove non c'è come nel Medio Campidano
si pagano prezzi alti. Dobbiamo
puntare sulle nostre tipicità, sull'economia verde e circolare».
Con un sottinteso: o s'investe o si muore. Per ora, la seconda
attività sembra riuscire meglio.
Luigi
Almiento
Nessun commento:
Posta un commento