lunedì 7 dicembre 2020

La morte del re mitraglia* e il pianto del maestro di Lussu


 

"Quando re Umberto fu ucciso a Monza, le scuole erano chiuse. Il maestro fece suonare la campana del municipio che suonava solo per l'ora della scuola, e noi ragazzi vi accorremmo tutti. Il maestro piangeva. Fra le lacrime, a gran pena, ci raccontò dell'assassinio. Anche noi piangevamo tutti e rientrammo a casa in lacrime, e in lacrime annunziammo la sciagura al babbo.

 Egli ci confortò facilmente, spiegandoci che il re non era così buono come si diceva, che aveva fatto uccidere a freddo dei buoni cittadini - «chi di ferro ferisce di ferro perisce» - e mandato a farsi massacrare dei soldati in Africa; che la Sardegna non aveva conosciuto che re prepotenti e ladri e che quanti più re morivano tanto meglio era per la sorte di tutti; che il re lasciava un figlio ricchissimo, il quale a sua volta sarebbe re, mentre quando muore il padre di un povero i figli sono alla fame.

 E alla fine ci mandò a chiamare «quel brav'uomo di maestro che piange così a sproposito»; il quale anche lui deve essersi facilmente confortato, perché rimase a casa a pranzo, e uscì - io l'ho ancora presente - soddisfatto, le guance arrossate e il sigaro in bocca. Né più si parlò del re”.

 ([testo tratto da Emilio Lussu, Il Cinghiale del diavolo e altri scritti sulla Sardegna, a cura di Simonetta Silvestroni, Giulio Einaudi editore, Torino 1976, pagg.62]

 *Re mitraglia è il pluiricriminale Umberto l che ancora oggi campeggia nelle nostre Vie e Piazze. Nel 1898 (8 e 9 maggio), le truppe del generale Fiorenzo Bava Beccaris spararono sulla folla inerme uccidendo circa 80 dimostranti e ferendone più di 400. Ebbene il re Umberto, ribattezzato dagli anarchici Re mitraglia, forse per premiare il generale stragista per la portentosa “impresa” non solo lo insignì della croce dell’Ordine militare di Savoia ma in seguito lo nominerà senatore!

 

Francesco Casula

Saggista, storico della letteratura sarda

 autore del libro, tra gli altri, de “Carlo Felice e i tiranni sabaudi”

Nessun commento:

Posta un commento