mercoledì 2 dicembre 2020

Il porto di Arbatax rischia la chiusura

«Salviamo il porto di Arbatax» Un corteo con centinaia di auto ha invaso il porto di Arbatax. Autorità politiche, sindacati e semplici cittadini uniti in una rivolta pacifica per sollevare il ponte levatoio davanti alla minaccia di chiusura dei collegamenti marittimi per la Penisola, dopo una continuità di 51 anni. Ieri sera, in occasione dell'ultimo viaggio del traghetto per Civitavecchia, una nutrita rappresentanza della popolazione ha manifestato all'esterno della banchina di levante in un sit-in promosso da un comitato spontaneo. Sul molo c'erano anche gli operatori portuali, una ventina circa, cioè quelli che rischiano di perdere il lavoro e di andare a irrobustire l'elenco dei disoccupati.

 Il vertice. In mattinata, numerosi esponenti politici hanno incrociato sguardi e posizioni tra i banchi della sala dell'ex Provincia. Un vertice straordinario per promuovere iniziative a tutela del porto di Arbatax a rischio desertificazione. È stata una riunione bipartisan, a cui hanno preso parte anche l'assessore regionale ai Trasporti, Giorgio Todde (Lega), ogliastrino di Girasole, e il consigliere regionale Pd, Salvatore Corrias. A oggi non c'è nessuna conferma sulla proroga della convenzione tra Tirrenia e ministero delle Infrastrutture in regime di continuità territoriale. Ma non è da escludere che la tratta di Arbatax, antieconomica in virtù della carenza di passeggeri, possa andare a bando.

 Preoccupazione sì, ma soprattutto è emersa la volontàdi azioni condivise e sinergiche per la risoluzione della vertenza. Èstato annunciato un documento unitario istituzionale che richieda alministero dei Trasporti la proroga, almeno fino all'autunno 2021,della tratta, e nel contempo la pubblicazione in tempi brevi e certidel bando di gara internazionale per il rinnovo della convenzione.

 Le voci. In sala, oltre a Todde e Corrias, erano presenti i sindaci di Tortolì e Lanusei, Massimo Cannas e Davide Burchi, i presidenti delle tre Unioni dei Comuni dell'Ogliastra Ivan Mameli, Gianluca Congiu e Mariano Carta, il sub commissario della Zona omogenea dell'Ogliastra, Tonino Mereu, il comandante del porto di Arbatax, Francesco Maria Frasconi, i segretari territoriali di Cgil, Cisl e Uil, Giacomo Pani, Michele Muggianu e Mario Arzu, e il vicepresidente di Confindustria Sardegna Centrale, Mimmo Lai. Per Todde è stato «un incontro molto costruttivo con l'espressione di una voce unanime del territorio che rivendica il diritto alla mobilità. Tutti uniti, al di là del colore politico, chiediamo che la Sardegna e in questo caso l'Ogliastra non vengano abbandonate. È emersa la linea di tutelare il territorio e abbiamo aperto un tavolo permanente per le vertenze dell'Ogliastra, un fatto che non ha precedenti».

 Linea condivisa. Nessuna bandiera di partito da sventolare, ma è necessaria una linea condivisa anche secondo Corrias: «Si deve far fronte comune, senza steccati e bandiere, con il solo intento di difendere l'Ogliastra e la Sardegna da chi vuole speculare ancora sulla nostra pelle, togliendoci il sacrosanto diritto alla mobilità. È urgente rinnovare la convenzione, pur di scongiurare il pericolo imminente di chiudere la tratta Cagliari-Arbatax-Civitavecchia, ma è necessario, subito, senza esitare un attimo di più, un bando per la continuità marittima, e individuare ogni modalità utile a garantire ai sardi le stesse opportunità e gli stessi diritti di tutti i cittadini italiani». Anche i sindacati alzano la voce: «Il nostro territorio e la nostra gente - ha detto Michele Muggianu, leader territoriale della Cisl – sono stanchi delle continue umiliazioni subite. Pretendiamo un nuovo bando per una vera continuità territoriale marittima».

Roberto Secci

Articolo tratto da La Nuova Sardegna del 02 Dicembre 2020

 

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Federico Marini

marini.federico70@gmail.com

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