Cosa
c’è di nuovo nel video di Grillo a difesa di Ciro piezz ‘e core, accusato di
violenza sessuale di gruppo? Cosa c’è di nuovo nella assoluzione
preventiva di 4 ragazzini della Genova bene accusati di uno stupro consumato
nella villa di babbo suo, nella cornice dorata della Costa Smeralda, dove tutto
sembra si possa comprare, con quei fiumi di soldi che scorrono eleganti tra
oleandri e bouganville, pietre e graniti, spiaggette e locali esclusivi?
Cosa c’è di
nuovo nel dire che se una donna non denuncia subito non è stupro e cosa c’è di
nuovo nel mescolare, insinuare, cercare di sfumare, sconfinare la violenza con
il rapporto consensuale? E cosa c’è di nuovo in quell’indulgente minimizzare
derubricando a “notte spinta”, e a quattro ragazzini, “coglioni” ma non
stupratori, che si stavano solo divertendo, ai quali al massimo si fa la
romanzina accompagnata da 4 pacchette sulle spalle e a cui, magari, al massimo
potrebbe dirsi: “se fai così la non la prendi più la porsche di babbino tuo”?
E cosa c’è
di nuovo nell’ irruzione mediatica di un guru, un leader, un potente capo di un
partito di governo che controlla come roba sua decine di parlamentari, su una
procura, un pm, un tribunale che sta per decidere sul rinvio a giudizio o sul
proscioglimento di un accusato di violenza di gruppo. E
cosa c’è di nuovo nella mielosa solidarietà al padre in pena da parte di Di
Battista, Crimi, Taverna e via dicendo e di quelli che davanti alle
accuse appena formulate su Marino (poi assolto), si presentarono in conferenza
stampa con le arance sul tavolo.
Niente
c’è di nuovo. Se non la farsa ripugnante denunciata dai genitori della vittima. Lo
sgomento per il degrado, per la ragazza oscurata, per il potere impunito che
afferma sempre sé stesso. “Arrestate me” dice Grillo, nel suo delirio di
onnipotenza e nel suo meschino tentativo di trasformare sé stesso, e il figlio
per estensione, in vittima anche quando l’accusa è che tu sia il carnefice. Come quando sei il lupo ma ti vesti da agnello, sei ricco ma
ti vesti da povero, sei al potere, ma continui a fare finta di essere
opposizione. Vi direi buongiorno ma non sono affatto buoni giorni
Lucia
Chessa
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