(12 aprile 1970) Il Cagliari conquista il suo primo (e
sinora unico) scudetto. E Gigi Riva, con ventuno reti, vince per il secondo
anno consecutivo il titolo di capocannoniere. Sei rossoblù campioni d’Italia saranno
convocati per il Mondiale in Messico: il portiere Albertosi, Niccolai, Cera,
Domenghini, Riva e Gori. Celebre la battuta dell’allenatore Scopigno: "Tutto mi sarei aspettato nella vita, fuorché
vedere Niccolai via satellite".
Il grande giornalista sportivo Gianni Brera scriverà "Lo scudetto del
Cagliari rappresentò il vero ingresso della Sardegna in Italia. La Sardegna
aveva bisogno di una grande affermazione e l'ha avuta con il calcio, battendo
gli squadroni di Milano e Torino, tradizionalmente le capitali del football
italiano. Lo scudetto ha permesso alla Sardegna di
liberarsi da antichi complessi di inferiorità ed è stata un'impresa positiva,
un evento gioioso."
Il Cagliari Calcio vince entrando nel mito di un popolo. Due gol al Bari in uno
stadio gremito di tifosi e titolo conquistato con due giornate di anticipo,
grazie anche alla contemporanea sconfitta della Juventus in casa della Lazio.
Il Cagliari di Riva, Albertosi, Domenghini, Nené chiude con 45 punti, sopra
alle più blasonate Inter, Juventus e Milan, coronando un sogno partito dai
piccoli campi della Serie C e proseguito con una scalata fino alla massima
serie.
L’ossatura della squadra era solidissima:
nella stagione precedente era arrivata seconda, alle spalle della Fiorentina. Proprio in quella stagione la società presentava due
nuovi acquisti fondamentali: il portiere Albertosi e il fantasista Brugnera.
Essi si aggiungevano a elementi di sicura efficienza che nei cinque anni dalla
B alla A si erano susseguiti e si erano cementati in una serie di campionati
degnissimi: il libero Cera di classica impostazione, il roccioso stopper
Niccolai (famoso anche per le sue autoreti), l’interno di regia Greatti, il
trequartista Nené e sopra gli altri Gigi Riva, bomber irresistibile.
Grande protagonista di questo "piccolo" miracolo calcistico fu
proprio Gigi Riva da Legnano, detto "Rombo
di tuono" Il giovane Riva affronta il
trasferimento sull'isola con molti dubbi: ragazzo timido e taciturno si ritrova
lontano da casa. Sarà sufficiente poco tempo per capire che la Sardegna è per
lui una terra adottiva.
Riva si innamora della Sardegna e della sua gente, arrivando in futuro a
rifiutare le offerte delle squadre più prestigiose pur di rimanere a Cagliari. È anche grazie a questo atteggiamento, a queste
scelte, che diventa una vera e propria bandiera: giocatore amato dai propri tifosi e rispettato da tutti gli altri.
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