mercoledì 14 aprile 2021

Johnson & Johnson, allarme in Usa. Stop alle consegne anche nell'Isola


 

Il debutto dell'attesissimo Johnson & Johnson è a tinte fosche. Dopo un alert negli Stati Uniti per alcuni eventi avversi, il nuovo vaccino si ferma ancora prima di partire. La casa farmaceutica fa sapere che ci saranno ritardi sulle prossime consegne, mentre quelle già fatte rimarranno congelate: le casse arrivate ieri a Pratica di Mare - 184mila dosi - per ora non verranno né mandate alle Regioni né somministrate, in attesa dei risultati dell'indagine. Una mazzata per tutti, e anche per la Sardegna, che per oggi attendeva 4.950 dosi. «La situazione si complica, questo stop non ci voleva, sono preoccupato», sottolinea l'assessore alla Sanità Mario Nieddu, «avevamo deciso di dare queste fiale ai medici di base, perché sono più facilmente gestibili, ma ora c'è il rischio di dover riprogrammare tutto».

 

La programmazione. Il fatto è che attualmente AstraZeneca (che molti non vogliono) si può fare solo dai 60 agli 80 anni; mentre ultraottantenni, fragili, insegnanti e forze dell'ordine sotto i 60 anni hanno diritto a Pfizer e Moderna, che arrivano in quantità insufficiente a mantenere ritmi serrati di somministrazione. Dunque, il congelamento di Johnson&Johnson, che in teoria prima andava bene per tutte le età, diventa un fattore di rallentamento pesante. «Questo stop, più l'ipotesi paventata che adesso servirebbero due dosi anche del J&J, e non soltanto una come si era detto, è una notizia grave. Aspettiamo col fiato sospeso le indicazioni dell'Ema, dell'Aifa e del ministero su come procedere», prosegue l'assessore.

 

I medici di base. Un duro colpo anche per i medici di famiglia che, a parte qualche caso, stanno iniziando a vaccinare solo in queste ore. Dice Umberto Nevisco, presidente della Fimmg, a Videolina: «Sono riuscito ad avere due flaconcini di Moderna, per poter eseguire nel mio studio 22 vaccinazioni a over 80. Chiediamo che in Sardegna ci sia una logistica efficiente e rapida che consenta a tutti i medici di famiglia di disporre di vaccini. Noi siamo 1.200, se ognuno ne facesse dieci al giorno sarebbero 12mila, e potremmo fare un balzo significativo».

 

Domenico Salvago, presidente dello Snami, ribadisce: «Dobbiamo accelerare, e privilegiare i centri vaccinali, dove si può garantire la sicurezza dei pazienti. Nei nostri studi non è quasi mai possibile. Ricordo comunque che il mio sindacato non ha siglato l'intesa con la Regione, perché è troppo limitata e prevede in sostanza che noi possiamo vaccinare soltanto over 80 e persone allettate a domicilio. Abbiamo chiesto all'assessorato un altro tavolo, per riscrivere un accordo che comprenda tutte le fasce d'età e la conseguente copertura assicurativa».

 

La scelta. Le autorità sanitarie Usa hanno sospeso «almeno per qualche giorno» l'utilizzo del vaccino americano Johnson & Johnson (già ricevuto in un mese da 7 milioni di statunitensi) a seguito di sei casi di reazione grave, tra cui uno mortale (sono tutte donne fra i 18 e i 48 anni che hanno sviluppato una malattia rara che coinvolge coaguli di sangue nelle due settimane successive alla vaccinazione). Le analogie con la vicenda AstraZeneca sono evidenti - dicono le agenzie sanitarie Usa, che parlano di «scelta precauzionale» - e rischiano di ritardare con l'effetto-psicosi le somministrazioni alla popolazione italiana.

 

Il ministro della Salute Roberto Speranza prova a rassicurare: «Abbiamo fatto una riunione con i nostri scienziati e l'Aifa, valuteremo - appena Ema e gli Usa ci daranno notizie più definitive - quale sarà la strada migliore ma io penso che anche questo vaccino dovrà essere utilizzato perché è un vaccino importante». L'azienda ha fatto sapere che ritarderà il lancio in commercio in Europa, «in un'ottica di trasparenza e in attesa delle valutazioni delle autorità sanitarie Ue».

 

In base al piano di Figliuolo, J&J dovrebbe consegnare in Italia 26,5 milioni di dosi entro la fine dell'anno, di cui 7,3 milioni nel secondo trimestre appena iniziato che prevede anche 24,5 milioni di dosi Pfizer, 10 di AstraZeneca e 4,6 di Moderna. «Un film già visto con AstraZeneca, che aveva molti più casi sospetti», commenta la ministra agli Affari regionali Mariastella Gelmini, «non allarmiamoci. Il pronunciamento su J&J ha effetto limitatissimo sul nostro piano vaccinale». A ora, il 15,4% degli italiani, oltre 9,4 milioni, ha ricevuto almeno una dose di vaccino, il 16,2% in Germania, il 16,4% in Spagna. (cr. co.)

 

Articolo “Unione Sarda” del 14.04.2021

-----------------

Federico Marini

marini.federico70@gmail.com

skype: federico1970ca

 

 

Nessun commento:

Posta un commento