Il debutto dell'attesissimo Johnson &
Johnson è a tinte fosche. Dopo un alert negli Stati Uniti per alcuni eventi
avversi, il nuovo vaccino si ferma ancora prima di partire. La casa
farmaceutica fa sapere che ci saranno ritardi sulle prossime consegne, mentre
quelle già fatte rimarranno congelate: le casse
arrivate ieri a Pratica di Mare - 184mila dosi - per ora non verranno né mandate alle Regioni né somministrate, in attesa dei risultati
dell'indagine. Una mazzata per tutti, e anche per la
Sardegna, che per oggi attendeva 4.950 dosi. «La situazione si complica, questo
stop non ci voleva, sono preoccupato», sottolinea l'assessore alla Sanità Mario
Nieddu, «avevamo deciso di dare queste fiale ai medici di base, perché sono più
facilmente gestibili, ma ora c'è il rischio di dover riprogrammare tutto».
La programmazione. Il fatto è che attualmente AstraZeneca (che
molti non vogliono) si può fare solo dai 60 agli 80 anni;
mentre ultraottantenni, fragili, insegnanti e forze dell'ordine sotto i 60 anni
hanno diritto a Pfizer e Moderna, che arrivano in quantità insufficiente a
mantenere ritmi serrati di somministrazione. Dunque, il congelamento di Johnson&Johnson,
che in teoria prima andava bene per tutte le età, diventa un fattore di
rallentamento pesante. «Questo stop, più l'ipotesi paventata che adesso
servirebbero due dosi anche del J&J, e non soltanto una come si era detto,
è una notizia grave. Aspettiamo col fiato sospeso le indicazioni dell'Ema,
dell'Aifa e del ministero su come procedere», prosegue l'assessore.
I medici di base. Un duro colpo anche per i medici di famiglia che, a parte qualche caso,
stanno iniziando a vaccinare solo in queste ore. Dice Umberto Nevisco,
presidente della Fimmg, a Videolina: «Sono riuscito ad avere due flaconcini di
Moderna, per poter eseguire nel mio studio 22 vaccinazioni a over 80. Chiediamo
che in Sardegna ci sia una logistica efficiente e rapida che consenta a tutti i
medici di famiglia di disporre di vaccini. Noi siamo 1.200, se ognuno ne
facesse dieci al giorno sarebbero 12mila, e potremmo fare un balzo
significativo».
Domenico Salvago, presidente dello Snami,
ribadisce: «Dobbiamo accelerare, e privilegiare i centri
vaccinali, dove si può garantire la sicurezza dei pazienti. Nei nostri studi non è quasi mai possibile. Ricordo comunque che il mio sindacato non ha siglato l'intesa con la Regione, perché è troppo limitata e prevede
in sostanza che noi possiamo
vaccinare soltanto over 80 e persone allettate a domicilio. Abbiamo chiesto all'assessorato un altro
tavolo, per riscrivere un accordo
che comprenda tutte le fasce d'età e la conseguente copertura assicurativa».
La scelta. Le autorità sanitarie Usa hanno sospeso «almeno per qualche giorno» l'utilizzo del vaccino americano Johnson
& Johnson (già ricevuto in un mese da 7 milioni di
statunitensi) a seguito di sei casi di reazione grave, tra cui uno mortale
(sono tutte donne fra i 18 e i 48 anni che hanno sviluppato una malattia rara
che coinvolge coaguli di sangue nelle due settimane successive alla
vaccinazione). Le analogie con la vicenda AstraZeneca sono evidenti - dicono le
agenzie sanitarie Usa, che parlano di «scelta precauzionale» - e rischiano di
ritardare con l'effetto-psicosi le somministrazioni alla popolazione italiana.
Il ministro della Salute Roberto Speranza
prova a rassicurare: «Abbiamo fatto una riunione con i nostri scienziati e
l'Aifa, valuteremo - appena Ema e gli Usa ci daranno notizie più definitive -
quale sarà la strada migliore ma io penso che anche questo vaccino dovrà essere
utilizzato perché è un vaccino importante». L'azienda
ha fatto sapere che ritarderà il lancio in commercio in Europa, «in
un'ottica di trasparenza e in attesa delle valutazioni delle autorità sanitarie
Ue».
In base al piano di Figliuolo, J&J
dovrebbe consegnare in Italia 26,5 milioni di dosi entro la fine dell'anno, di
cui 7,3 milioni nel secondo trimestre appena iniziato che prevede anche 24,5
milioni di dosi Pfizer, 10 di AstraZeneca e 4,6 di Moderna. «Un film già visto
con AstraZeneca, che aveva molti più casi sospetti», commenta la ministra agli
Affari regionali Mariastella Gelmini, «non allarmiamoci. Il pronunciamento su
J&J ha effetto limitatissimo sul nostro piano vaccinale». A ora, il 15,4% degli italiani, oltre 9,4 milioni, ha ricevuto almeno una dose di vaccino, il 16,2% in Germania,
il 16,4% in Spagna. (cr. co.)
Articolo “Unione Sarda” del 14.04.2021
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Federico Marini
skype: federico1970ca
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