lunedì 26 ottobre 2020

Sette vittime nell'isola è caos negli ospedali


 


 Mentre anche l'isola si prepara ad abbassare le serrande nel nuovo semi lockdown dopo quello di marzo, il bollettino quotidiano del Covid segna uno dei dati peggiori da quando è iniziata la grande emergenza: sette vittime, tutte residenti nell'area metropolitana di Cagliari e tutte ricoverate nell'ospedale Santissima Trinità del capoluogo. In calo invece il dato dei contagi: sono stati 195 a fronte dei 329 di sabato, cioè 134 in meno. Ma il numero appare legato a quello dei tamponi eseguiti ieri: sono stati 2254, quasi 1500 in meno rispetto al numero precedente. Per quanto riguarda la diffusione dei nuovi casi, domina il Nord Sardegna con 81 contagi tra Sassari e Gallura. Sette vittime. Sono cinque donne e due uomini.

 La vittima più giovane aveva 47 anni e come le altre era affetta dapatologie pregresse. Le altre persone che hanno perso la vita avevano un'età compresa tra gli 81 e i 94 anni. Il bilancio dei decessi sale a 191. Quella di ieri è stata una giornata nerissima per l'ospedale Santissima Trinità di Cagliari, primo centro Covid dell'isola.

 Caos ospedali. Le vittime erano ricoverate nella struttura che da ieri ha convertito anche il pronto soccorso ai soli pazienti Covid: sarà garantito l'accesso solo a chi ha già eseguito il tampone ed è risultato positivo. Tutti gli altri pazienti che necessitano di essere visitati al pronto soccorso saranno dirottati all'ospedale Marino dove da una settimana è stato trasferito anche il reparto di Ortopedia. Al Santissima Trinità la situazione è critica da giorni, con la fila di ambulanze in attesa con i pazienti a bordo: ieri notte erano 17 i mezzi di soccorso con i lampeggianti accesi che aspettavano di avere indicazioni su dove lasciare i pazienti per il successivo ricovero.

 

L'emergenza Covid riguarda tutte le strutture dell'isola, dove è complicato garantire assistenza alle persone affette da altre patologie. A Sassari alcune associazioni che tutelano malati oncologici e affetti da patologie rare e degenerative hanno rivolto un appello alla Aou per chiedere l'immediato ripristino delle cure: sequesto non avverrà in tempi rapidi sono pronte a denunciare in Procura.

 E a Cagliari sono insorte con un comunicato congiunto le associazioni Socialismo Diritti Riforme, Fidapa Cagliari, Mai più sole contro il tumore ovarico, Adiconsum Sardegna, Lilt e Cittadinanzattiva Sardegna-Tribunale del Malato. Contestano la decisione dell'Aou di sospendere per 15 giorni (fino al 9 novembre) le attività programmate delle chirurgie e dei reparti di dermatologia, reumatologia, allergologia e immunologia clinica del Policlinico e del San Giovanni di Dio.

 «Il fatto che vengano garantite le urgenze, le attività non differibili e quelle verso i pazienti oncologici - sottolineano le associazioni - non tranquillizza chi vive con sofferenza patologie invalidanti che, se non costantemente monitorate, possono degenerare e avere gravi ripercussioni nella vita familiare e lavorativa. Sappiamo che molti pazienti, dopo il periodo del lockdown, avevano ripreso le visite specialistiche solo da poche settimane avendo dovuto affrontare forti disagi.

 Con la sospensione di 15 giorni, le persone dovranno ricorrere alle strutture private con un aggravio di spese in un momento in cui le attività economiche, specialmente quelle private sono fortemente in crisi».I posti letto. Negli ospedali già in affanno il numero dei ricoverati è in crescita: +12 in un giorno in reparti non intensivi, per un totale di 299, calo di 2 nelle terapie intensive (34). Sono invece 4421 le persone in isolamento domiciliare.

Di Silvia Sanna

Articolo dalla Nuova Sardegna del 26.10.2020

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