Si
parla molto di multiculturalismo, cui attenta pericolosamente la società di
massa globalizzata, che trasforma stati e culture in meri mercati votandoli e
subordinandoli al più bieco consumismo e ai mass media. Ebbene la diversità culturale oggi non può esistere e sussistere se
non coniuga la difesa di specifiche minoranze nazionali, etniche, locali e
culturali con azioni positive che si oppongano allo schema dominante del
contesto sociale e culturale. Il che non può comunque significare che la
varietà delle culture si trasformi in un insieme di gruppi comunitari ed etnici
chiusi, magari intolleranti e ossessionati dalla propria purezza primigenia o
dalla omogeneità.
Il
solo modo però di scongiurare ed evitare questo genere di evoluzione negativa e
devastante consiste nel proteggere e valorizzare certo ogni peculiarità
storica, culturale e linguistica ma nel contempo nel contestare e attaccare lo stato centralista e insieme la globalizzazione
capitalistica e la società di massa che annulla la soggettività, le tradizioni,
le norme e le rappresentazioni etno-popolari: che annulla la cultura
come reinterpretazione del passato, elemento chiave per la costruzione di un
futuro originale.
La forte difesa della propria cultura etno-nazionale (è il caso di
quella sarda) è una delle condizioni principali per la definizione di un
atteggiamento positivo nei confronti del pluralismo culturale, almeno
quando le culture, al di là della propria identità e specificità, si
definiscono come espressioni della generale capacità umana di creare sistemi
simbolici ed elaborare giudizi di valore. Tutte le
culture dovrebbero condividere alcuni interessi generali, puntando a non farsi
distruggere dal mercato culturale globale e dagli stati centralisti, nuovi veri
e propri leviatani.
Ogni
cultura ha l’obbligo di difendere il diritto che ciascun popolo – e individuo –
ha di creare, valorizzare, utilizzare e trasmettere la propria cultura che si
definisca in primo luogo in una dimensione di contenuti e valori universali:
dall’ecologia della politica e dell’ambiente ai valori dell’uguaglianza, del
comunitarismo e della solidarietà; da tutte le forme di femminismo alla difesa
delle minoranze siano esse nazionali che linguistiche, sessuali o religiose.
(5. segue)
Francesco Casula
Saggista, storico della
letteratura sarda
autore del libro, tra gli altri, de “Carlo Felice e
i tiranni sabaudi
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