martedì 13 ottobre 2020

Il governo vara la stretta Stop a gite e feste private Restrizioni anche per lo Sport. Capienza dei palazzetti ridotta al 15 per cento


 


 Il Governo punta ad alzare l'asticella per la percentuale dei lavoratori della pubblica amministrazione con attività realizzabili da remoto dal 50% al 70%, un livello che potrebbe significare, secondo stime sindacali, mettere in smart working al massimo 500.000 persone. I sindacati continuano a chiedere di contrattualizzare il lavoro da remoto e di chiarire amministrazione per amministrazione, quali sono le attività che si possono fare da remoto e quelle che necessitano la presenza in ufficio.

 

Ci sono comunque moltissime attività che non possono essere fatte da casa a partire da quelle che riguardano la scuola dato che la didattica a settembre è ripresa in presenza (salvo rotazioni al liceo con la didattica a distanza e i casi di alunni o professori positivi) e la sanità ma anche tutto il comparto della sicurezza.

 

«Il Governo - afferma il numero uno della Uil, Pierpaolo Bombardieri - contrattualizzi lo smart working e favorisca il rientro dei lavoratori della Pubblica amministrazione al lavoro garantendo la sicurezza negli uffici»: Il Governo su questo tema, aggiunge, «è superficiale» perché non affronta il vero tema. «Noi siamo perché i

lavoratori rientrino tutti al lavoro, in piena sicurezza. I criteri della sicurezza devono essere quelli previsti per il lavoro privato».

 

Su 3,2 milioni di lavoratori pubblici ci sono 1,2 milioni nell'istruzione e nella ricerca, mentre 648.000 sono impegnati nella sanità e oltre 500.000 sono le forze armate. di Matteo Guidelli. Stop alle gite scolastiche e alle feste private, con una «forte raccomandazione» a limitare anche quelle in casa con più di sei persone. E ancora, stretta sulla movida e sui ricevimenti dopo le cerimonie e addio alle partite di calcetto e basket tra amici. Prendono forma le misure del governo per fronteggiare il rialzo dei contagi e nelle prossime ore il presidente del Consiglio Giuseppe Conte firmerà il nuovo Dpcm.

 

È stato lo stesso premier, assieme ai ministri degli Affari Regionali Francesco Boccia e della Salute Roberto Speranza ad illustrare i nuovi interventi alle Regioni dopo aver ribadito, a Taranto, le ratio seguita dal governo: interventi mirati ora per evitare in futuro misure più drastiche. «Escludo un lockdown nazionale» ma «se la curva dovesse continuare a salire si potrebbe pensare a dei lockdown circoscritti». Per evitare di richiudere tutto, però, bisogna agire subito. Ecco perché il Dpcm prevede comunque delle limitazioni che, come hanno ribadito più volte negli ultimi giorni fonti di governo vanno ad impattare direttamente sulla vita delle persone.

 

Uno dei punti più controversi riguarda le feste private. Nella bozza presentata alla Regioni il governo vieta quelle nei locali aperti al pubblico ma rivolge anche una forte raccomandazione per quelle nelle case private: se non si è conviventi non dovrebbero parteciparvi più di sei persone. È stato lo stesso Conte a spiegare che nell'esecutivo la riflessione «è ancora in atto» poiché alcuni ministri - Speranza su tutti - vorrebbero vietare anche quelle in casa forti del fatto che il 77% dei contagi avvengono in ambito familiare.

 

La bozza conferma invece le indiscrezioni che erano uscite in questi giorni per quanto riguarda matrimoni, comunioni, cresime e funerali: restano in vigore le regole dei protocolli già approvati per chiese e comuni ma viene messo un limite massimo di 30 persone per gli eventuali ricevimenti successivi. Confermato anche lo stop agli sport amatoriali di contatto. Significa niente più partite tra amici che non siano regolamentate. Il Dpcm salva infatti gli sport a livello dilettantistico: potranno cioè continuare a svolgere le attività tutte quelle società che abbiano adottato protocolli per limitare i contagi.

 

Una novità emersa nelle ultime ore riguarda la scuola: saranno vietate, finché la situazione non migliorerà, gite scolastiche, attività didattiche fuori sede e gemellaggi. Arriva anche la stretta annunciata sui luoghi di divertimento, per evitare assembramenti di giovani. Alle 21 scatterà dunque il «divieto di sosta» davanti a quei locali che non offrono posti a sedere mentre ristoranti, pub e locali che offrono servizio al tavolo dovranno chiudere a mezzanotte. Su questo punto alcuni governatori hanno puntato i piedi e lo stesso presidente dell'Anci Antonio Decaro ha chiesto di «lasciare i locali aperti» anche oltre la mezzanotte, «perché se uno sta seduto mantiene il distanziamento». In ogni caso aumenteranno i controlli con la circolare del Viminale che ha ribadito l'invito a sanzionare quei bar, pub e ristoranti che offrono le proprie sale per «attività danzanti».

 

Il Dpcm interviene poi sugli eventi sportivi. Non cambia nulla per gli stadi mentre la capienza dei palazzetti viene portata al 15%, ma non oltre i mille spettatori. Limite a 200 persone per cinema, teatri e sale da concerto, come restano i mille spettatori all'aperto. Il governo dovrebbe intervenire sullo smart working, per potenziarlo e portarlo nella P.a. al 60-70%, con un invito ad un rafforzamento anche nelle aziende private. Il trasporto pubblico locale è alla base della richiesta arrivata da alcuni governatori, a partire da Luca Zaia. Se ci sarà un intervento per ridurre la capienza di bus e metropolitane deve essere attivata la didattica a distanza per le scuole superiori.

 

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Federico Marini
marini.federico70@gmail.com
skype: federico1970ca

 Articoli tratti da "La Nuova Sardegna" del 13 Ottobre 2020

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