giovedì 15 ottobre 2020

Nieddu: fase difficile Ma è scontro in aula. L'assessore: siamo nel momento più delicato, colpa del ciclone ferragostano

 

Il fuso orario isolano ha fatto le bizze persino nella stagione più maledetta, quella del Covid. Perché se sulla terraferma l'emergenza è esplosa nella prima fase, lockdown compreso, in Sardegna ha cominciato a mostrare i denti dall'inizio della seconda ondata nazionale. «Per noi è questo il momento più delicato», ha detto l'assessore alla sanità, Mario Nieddu, in Consiglio regionale durante il confronto – è stato feroce - fra la maggioranza di centrodestra e le opposizioni sulla gestione della pandemia versione autunno-inverno.

 

A sostegno del suo censimento, Nieddu ha portato i numeri: da marzo, in Sardegna, a fronte di 5.417 positivi, ben 3.927, quasi il 65 per cento, sono stati accertati da agosto a metà ottobre. È stata colpa del ciclone ferragostano, ha denunciato, confermando che «da allora in poi la circolazione del virus non ha conosciuto più confini neanche nella nostra regione».

 

Ma se è davvero questa la fase più delicata - oggi su 255 posti letto Covid disponibili, sono 198 quelli occupati – la minoranza ha affiliato ancora più le armi. Eugenio Lai di Liberi e Uguali, relatore della requisitoria, l'ha detto: «Invece di subire l'annunciata seconda ondata, la Giunta avrebbe dovuto mettere i sardi al sicuro. Ha preferito ordinanze folli e farlocche. Non siamo qui per fare allarmismo o terrorismo, la verità è che siamo tutti molto preoccupati». Per poi alzare i toni: «Tutto vi sta sfuggendo di mano.

Oggi gli ospedali Covid sono al collasso e i posti letto al limite della capienza. L'assistenza territoriale è nel caos, lo sapete bene, anche se l'assessore scarica le colpe sui sindaci. Mai una mea culpa».

 

Lo scontro. Attacco e difesa si sono accapigliati, con furore, per sette ore di fila. Hanno dato fuoco alle polveriere con 14 artificieri a testa fra interventi e battibecchi. Alla fine l'atto d'accusa del centrosinistra, firmato da Pd, Leu e Progressisti, e dei 5 Stelle è stato bocciato (21 a 29), mentre la maggioranza ha approvato quest'invito che può essere riassunto così: «Quanto fatto finora va bene, dobbiamo solo rafforzato».

 

Il centrosinistra. Tutti i consiglieri hanno puntato al bersaglio grosso. Massimo Zedda, Progressisti, ha esordito: «È sconcertante che nell'ultimo confronto fra Solinas e Conte i due abbiamo parlato di tutto meno che del Covid». Dagli stessi banchi Antonio Piu, Gianfranco Satta, Laura Caddeo, Maria Laura Orrù e Francesco Agus hanno denunciato: «La vostra cabina di comando non sta funzionando».

 

Il Pd ha suonato più volte la carica con Gianfranco Ganau, Rossella Pinna e Giuseppe Meloni: «Interi territori sono abbandonati al loro destino. Oltre alla sanità che fronteggia il Covid, a essere esplosa è anche quella ordinaria. Dovunque le liste d'attesa sono lunghissime». I 5 Stelle, con Roberto Li Gioi, Desirè Manca e Michele Ciusa, hanno denunciato: «Basta con la bugia che tutto è sotto controllo. La realtà è zeppa di casi disperati».  Daniele Cocco, Leu, è ritornato sullo scontro fra Giunta e Comuni: «È pazzesco che il conto più salato lo vogliate far pagare a chi combatte in prima linea».

 

Il centrodestra. Nonostante l'assenza del governatore Solinas, Nieddu ha tenuto testa agli attaccanti. «Non dico che siamo stati perfetti, ma abbiamo pronto un piano che porterà i posti Covid a 402 nell'evenienza peggiore. Ma ricordo che continuiamo ad avere il tasso di ospedalizzazione più basso in Italia, 5,6 per cento, e questo vuol dire che le 19 Unità territoriali, da potenziare, funzionano seppure tra molte difficoltà. Abbiamo pronti 21 milioni con cui azzereremo le liste d'attesa e bandito 62 concorsi per assumere medici e infermieri». Il resto della replica l'ha lasciato agli alleati. Fausto Piga, Nico Mundula e Francesco Mura di Fdi si sono alternati nel dire: «L'emergenza non va trasformata in inutile scontro politico».

 

Giorgio Oppi, Antonello Peru e Pietro Moro, Udc-Cambiamo, hanno aggiunto: «Diverse azioni straordinarie che avevamo in mente sono state bloccate da Roma». La Lega, con Annalisa Mele, Pierlugi Saiu, Michele Ennas e Dario Giagoni, ha fatto quadrato intorno all'assessore: «Diciamo no a una valanga di accuse ingenerose». Stefano Tunis, Sardegna 20.20, s'è detto convinto che con «il ritorno delle Asl la sanità sarà più vicina ai cittadini». Angelo Cocciu, Fi, ha denunciato che «d'estate sono state le altre regioni a mandarci al macero». Giovanni Satta e Franco Mula del Psd'Az hanno chiuso: «Con più soldi e più personale, usciremo dall'emergenza. Lo giuriamo».

 

di Umberto Aime

 

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