giovedì 22 ottobre 2020

I ricoveri continuano a salire Solinas: così sarà lockdown


 

 


 

La Sardegna (come tutta l'Italia) è in codice rosso. L'epidemia dilaga, e le Regioni, una dopo l'altra, stanno prendendo misure per limitare la circolazione delle persone e del virus. Il presidente Christian Solinas lancia ai sardi un ultimo monito: «Se la situazione non cambia, saremo costretti ad azioni drastiche». In realtà non è altro che l'annuncio di ciò che accadrà inevitabilmente nelle prossime ore: ci sarà la chiusura di porti e aeroporti, e poi mini-lockdown, cioè interruzioni mirate delle attività a rischio.

 «Stop and go di 15 giorni»: i dettagli sono allo studio con il ministero della Salute e il Comitato tecnico-scientifico, ci saranno una serie di ordinanze per regolare il comportamento dei cittadini e il fermo (per il tempo strettamente necessario a frenare i contagi) dei luoghi di socialità. Facile immaginare che si interverrà su scuole, mezzi di trasporto, bar, ristoranti, locali, centri commerciali, palestre.

 I numeri. Il trend è in salita da undici settimane consecutive. Ieri i nuovi casi di positività sono stati 167, dieci in più i ricoverati in ospedale (ora a quota 236), altri due i malati gravi in terapia intensiva (sono 36 in tutto) e quattro i morti (nel bollettino ne sono stati conteggiati solo tre): una 78enne di Sestu, Sara Serra, madre del candidato Francesco Serra (anche il marito della donna è ricoverato per Covid al Santissima Trinità); una 52enne e un 88enne di Villasor, un altro uomo ultraottantenne.

 «La progressione della curva dei contagi sta registrando un'accelerazione che impone ulteriori e tempestive azioni per evitare di compromettere la tenuta del sistema sanitario e la regolare erogazione delle cure», spiega il governatore. «Finora, grazie all'impegno straordinario del personale ospedaliero, territoriale e amministrativo, l'emergenza è stata governata in modo ordinato ed efficace. Oggi, però, siamo dinanzi a un fatto nuovo: le catene di contagio si moltiplicano esponenzialmente perché troppi hanno abbassato la guardia e stanno sottovalutando la portata del fenomeno».

 L'attenzione è iniziata a scemare in estate e le discoteche sono diventate una bomba, poi i giovani hanno portato il Covid in casa, molti focolai sono esplosi nei paesi tra gli amici al bar e agli spuntini, le scuole hanno riaperto e, soprattutto fuori e sui bus, i ragazzi hanno contribuito moltissimo a far circolare l'infezione, purtroppo sono stati segnalati anche diversi adulti positivi che se ne vanno in giro, perfino a fare campagna elettorale, a stringere mani e a incontrare quanta più gente possibile, come se il pericolo non esistesse.

 Le avvertenze. «Il semplice appello al buon senso e all'osservanza delle buone pratiche - distanziamento personale, divieto di assembramento, igiene delle mani - sembra non essere sufficiente», prosegue il presidente. «Siamo pronti a intervenire in maniera radicale per invertire questa tendenza e tutelare al meglio la salute di tutti i sardi». Il presidente sta predisponendo chiusure localizzate per due settimane, una strategia di interruzione e ripresa delle attività principali. A seconda degli effetti di questi mini-lockdown si stabilirà se riaprire o continuare con lo stop. Sorvegliati speciali sono gli istituti superiori (probabile la didattica a distanza), i trasporti, bar, ristoranti, palestre. Per iniziare si blinderà l'Isola, con il blocco dei viaggi in aereo e nave se non per motivi di lavoro e salute. Conclude Solinas: «Naturalmente appronteremo misure economiche di supporto per sostenere le perdite derivanti dalla sospensione temporanea delle attività».

 L'Anci. «Chiunque decida di chiudere qualcosa deve chiarire come intende ristorare e in quanti giorni le attività che subirebbero dannieconomici. Se non lo si fa con provvedimenti assunti preliminarmente non ci sarà nessuna credibilità di chiedere sacrifici alla gente», scrive su Facebook il presidente dell'Anci Emiliano Deiana. E, attaccando l'assessore alla Sanità, aggiunge: «Anche il presidente della Regione fa allarmismo?». I sindaci «è da quasi un mese che hanno lanciato l'allerta. Siamo strati trattati da irresponsabili catastrofisti. Sarebbe utile che Nieddu la finisse con le chiacchiere, con la testa perennemente rivolta al passato, e si decidesse ad affrontare la situazione».

 

Cristina Cossu

 

 

Articolo tratto da L’Unione sarda del 22 Ottobre 2020

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