C’è
una sofferenza di cui prendersi cura, subito. Serve il coraggio di scelte
forti, innovative, rivolti alle persone più in difficoltà. Si tratta di costruire uno scudo pubblico all’assenza di reddito
determinata dalla crisi. Usiamo i fondi europei per dare un reddito a
tutte e tutti. Questo che l'appello che lanciamo al Presidente Giuseppe Conte e
a tutta la maggioranza di governo. Qua sotto trovate il testo che ho
sottoscritto e che trovate pubblicato sulle colonne del Domani. Facciamo
insieme questa battaglia, per fare tutti insieme passi avanti significativi. Condividere il testo è un modo di sostenerlo.
Grazie!
Elisabetta Piccolotti
Reddito Universale
incondizionato, se non ora quando?
di
Loredana De Petris, Lorenzo Fioramonti, Nicola Fratoianni, Francesco Laforgia,
Elisabetta Piccolotti, Silvia Prodi, Massimiliano Smeriglio e Massimo Zedda.
Dopo la nottata violenta di Napoli bisogna accelerare verso scelte
forti, capaci di arrivare in tempi brevi nelle case dei cittadini, soprattutto
nelle case di chi non ha paracaduti sociali significativi. In
relazione ai fuochi napoletani, al netto delle responsabilità di gruppi
organizzati che vanno individuate e punite, rimane una domanda di fondo alla
quale la politica non ha ancora risposto. Siamo sostenitori del governo, ma
vogliamo esercitare la nostra responsabilità indicando i punti che paiono
critici. Non solo un certo ritardo nella programmazione di interventi
strutturali capaci di guardare oltre l’emergenza, ma anche una difficoltà a
poggiare lo sguardo sui non garantiti.
In questo senso le difficoltà di chi resterà senza reddito vanno
ascoltate, le paure dei piccoli commercianti e imprenditori vanno comprese, l’urlo
drammatico dei lavoratori dello spettacolo, della cultura e delle partire Iva
va preso in carico, così come la cassa integrazione va assolutamente prolungata
e il blocco dei licenziamenti va confermato immediatamente. E di queste
difficoltà deve farsi carico l’esecutivo, supportando persone e imprese.
Ma
non basta, perché la condizione sociale del Paese è già esplosiva. 2,6 milioni di disoccupati, 17
milioni di cittadini a rischio povertà, 8 milioni di persone povere, 4,5
milioni in povertà assoluta di cui 1,2 milioni sono bambini. Nei primi sette
mesi del 2020 le assunzioni da parte di datori di lavoro privati sono state
2.919.000, quasi il 40% in meno rispetto allo stesso periodo del 2019.
Serve
una scelta di campo drastica rilanciando il reddito
universale incondizionato inteso come diritto umano fondamentale e strumento
indispensabile per combattere la povertà e la crisi occupazionale determinata
dall’acuirsi della crisi economica dentro la pandemia. E’ necessario
rimettere al centro l’unicità della persona e la sua complessità tutelata da
uno scudo economico garantito dalla mano pubblica.
In
questo senso l’iniziativa proposta da cittadini europei, un milione di firme da
raccogliere in questi mesi, per attivare un reddito di base incondizionato
capace di assicurare a ciascuno la sussistenza e la piena cittadinanza va nella
giusta direzione.
Il pilastro dell’inclusione sociale del Recovery fund può essere
utilizzato per raggiungere questo obiettivo. Liberare le persone dal ricatto
dello sfruttamento, del non lavoro, del lavoro povero mal pagato, del lavoro
nero, intermittente resta un obiettivo di civiltà per chiunque abbia ruoli
istituzionali. E contemporaneamente avere uno sguardo
attento all’infanzia, a quei bambini e quelle bambine che vivono in
famiglie difficili, disegnando azioni concrete di contrasto alla povertà
educativa e all’abbandono scolastico, potenziando i servizi sociali, significa
farsi carico di una domanda di futuro.
Nel Recovery ci sono circa 80 miliardi a fondo perduto per l'Italia,
senza alcuna condizionalità. Su questo in Europa abbiamo dovuto
battagliare contro i cosiddetti Paesi frugali e abbiamo vinto affermando il
diritto di ogni comunità nazionale di cercare la strada migliore per modificare
il modello di sviluppo. Con la medesima logica con cui l’Unione
Europea dà opportunità e fiducia all’Italia, l’Italia deve dare
opportunità e fiducia ai propri cittadini.
Chiediamo che il governo faccia di tutto per utilizzare al meglio le
risorse europee, così come siamo convinti che i cittadini che ne avranno
bisogno utilizzeranno al meglio il reddito universale incondizionato per
riprendere fiato, sfuggire alla depressione e all’odio, magari provare a creare
imprese e lavori diversi, più sostenibili in un'economia che sta cambiando
rapidamente, tornando a immaginare per se stessi e la propria famiglia una vita
degna di essere vissuta.
Altre
risorse possono essere recuperate attraverso un intervento sulla leva fiscale
improntato sulla redistribuzione. Un contributo
da parte dei patrimoni superiori ai 5 milioni di euro è una tassa sulle multinazionali
del web che, anche durante la Pandemia, hanno visto crescere enormemente i loro
fatturati.
Dare
fiducia ai cittadini significa dare fiducia al Paese. La crisi pandemica e
economica è un fatto storico senza precedenti, servono scelte nuove e nuove politiche.
Serve visione e coraggio per disegnare un altro welfare
e una funzione strategica delle politiche pubbliche. Il reddito
universale può essere il primo passo verso una società più giusta e
sostenibile. Un passo da fare ora.
[Pubblicato dal “Domani” del 27
ottobre 2020]