martedì 4 agosto 2020

(04 agosto 1984) Lo stato africano dell'Alto Volta decide di cambiare il proprio nome in Burkina Faso



«La nostra rivoluzione è, e deve essere, l’azione collettiva di rivoluzionari per trasformare la realtà e migliorare concretamente la situazione delle masse del nostro Paese. La nostra rivoluzione avrà avuto successo solo se, guardando indietro, attorno e davanti a noi, potremmo dire che la gente è, grazie alla rivoluzione, un po’ più felice perché ha acqua potabile, un’alimentazione sufficiente, accesso ad un sistema sanitario ed educativo, perché vive in alloggi decenti, perché è vestita meglio, perché ha diritto al tempo libero, perché può godere di più libertà, più democrazia, più dignità» (Thomas Sankara)


(04 agosto 1984) Lo stato africano dell'Alto Volta decide di cambiare il proprio nome in Burkina Faso che significa "Terra di uomini integri". L'idea è stata del presidente Thomas Sankara che vuole infondere un sentimento di partecipazione nella popolazione. Sankara avviò una politica di lotta alla corruzione e alla povertà basata sulla self-reliance. Promosse istruzione, sanità e diritti delle donne e tentò di smantellare le gerarchie di privilegio. Creò una Repubblica democratica popolare apartitica e definì la sua rivoluzione antimperialista, ispirata al socialismo e alla solidarietà tra gli stati africani.


Thomas Sankara era un uomo estremamente carismatico, come hanno raccontato molti suoi amici e collaboratori. Non aveva mai soldi con sé e spesso doveva chiedere ai parenti di prestarglieli. Nel poco tempo libero amava andare in bicicletta tra le strade di Ouagadougou per osservare con i suoi occhi la povertà. Sankara sosteneva la collaborazione tra le persone, e detestava la competitività, che innalza uno per abbassare l'altro. Uomo sempre gioioso ma al tempo stesso tenacemente determinato nel conseguimento degli obiettivi, era profondamenta umile.


La sua casa era ricolma di libri letti e riletti più volte, e ne pagava regolarmente il mutuo. Detestava qualunque forma d’ingiustizia sociale e si mosse sempre in questa direzione, esprimendo con estrema franchezza il proprio pensiero in ogni circostanza, senza mai perdere quel tocco di perspicace ironia che lo contraddistingueva e ne caratterizzava la genialità.


Il suo rifiuto di pagare il debito pubblico di epoca coloniale, insieme al tentativo di rendere il Burkina autosufficiente e libero da importazioni forzate, attirò le antipatie di diversi stati. Questo sfociò nel colpo di Stato del 15 ottobre 1987, in cui all'età di 38 anni il giovane capitano Sankara fu assassinato dal proprio vice, Blaise Compaoré, con la complicità dei suddetti stati.

 

Quest’iultimo, nel corso degli ultimi due anni della rivoluzione sankarista, si è progressivamente allontanato dalle idee e dai progetti del suo compagno e Presidente; assieme a Compaoré, anche diversi membri del governo e di una parte dell’esercito erano convinti che era giunta l’ora di mettere da parte un peso ingombrante come Sankara.

Con il probabile appoggio della Francia e degli Stati Uniti, nonché della Costa d’Avorio, potente alleata francese nella regione, Thomas Sankara e dodici collaboratori vennero uccisi in un colpo di Stato nel pomeriggio del 15 ottobre 1987, da uomini vicini a Compaoré, il quale fin da subito cercò di giustificarsi, cambiando nel tempo la versione dei fatti che lo riguardavano. Fatto sta che da quel momento


Compaoré ha guidato il Burkina Faso per ben ventisette anni, fra diversi sospetti ed una serie di manovre politiche molto discutibili che hanno fatto ripiombare il Paese negli indici più bassi nei campi della sanità, dell’educazione, dell’ambiente e dell’economia. Fra ottobre e novembre 2014 il popolo burkinabè, dopo l’ennesimo tentativo da parte dell’odiato presidente di emendare la Costituzione al fine di mantenere il potere, ha manifestato ininterrottamente per diversi giorni per le strade della capitale e delle altre città; Compaoré alla fine è stato costretto a fuggire e rifugiarsi nella vicina Costa d’Avorio.

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