giovedì 6 agosto 2020

Servizi segreti e pandemia. (Di Lucia Chessa)


Io sono notoriamente ingenua. Dev’essere per questo che nel decreto di “proroga dello stato di emergenza legato alla pandemia” mi aspettavo di trovare, per esempio, disposizioni per ridare fiato alla sanità ospedaliera e territoriale, oppure misure per l’assunzione di personale sanitario, o anche imponenti campagne di monitoraggio della diffusione del covid, oppure ancora investimenti per le scuole di specializzazione che consentano ai giovani laureati in medicina di terminare la loro formazione per fare, finalmente, dignitoso ingresso nel sistema sanitario nazionale. Insomma, cose del genere mi aspettavo! E invece no.

 

Se andrai a leggere bene cercando di capire cosa vuol dire “proroga dello stato di emergenza” scoprirai dettagli che della tua ingenuità se ne stra-sbattono. Troverai, per esempio, sbrigativamente motivata con il covid19, la modifica di una legge che fino ad oggi, in Italia, impediva di prorogare, per più di una volta, gli incarichi ai vertici dei servizi segreti. Del resto, sono ruoli “particolari”, molto delicati, quelli che riguardano l’informazione e la sicurezza interna ed esterna del nostro paese. Era perciò opportuno che la legge stabilisse precisi limiti temporali all’esercizio di un potere così grande.

 

Invece, da oggi e causa covid (?), si espande la possibilità di proroga. Ma cosa c’entra la pandemia con i servizi segreti? Hanno intenzione si spiare il covid con i loro 007 per caso? Stanno pensando di mandare un loro uomo, sotto copertura, ad infiltrarsi tra i virus per scoprirne le intenzioni? Già me lo immagino un aitante James Bond avvicinare una giovane covid19 per guadagnarne la fiducia. Ma in realtà cerco, senza trovarli, una coerenza, un filo logico, un senso chiaro e dunque una prospettiva positiva. Anzi, mi sento abbastanza presa in giro. Quindi, cari PD e 5 Stelle, se qualcuno di lorsignori si degnasse, bontà sua, di dare qualche spiegazione….

 

Lucia Chessa

 

Lucia Chessa


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