giovedì 27 agosto 2020

La necessità di costruire servizi universali e di qualità per l’infanzia. Di Elisabetta Piccolotti.


 


Arrivano le prime indiscrezioni sull’assegno unico per le famiglie, un assegno universale modulato sull’Isee, che verrà erogato a tutti coloro che hanno a carico dei figli e che sostituisce circa 8 tra bonus e detrazioni. Pare che l’operazione costi complessivamente circa 22 miliardi, di cui 1,9 sono riduzioni di imposte che prima pagavano i datori di lavoro.

 Lo dico sottovoce: non sarebbe meglio riflettere su come utilizzare almeno una parte di queste risorse per costruire servizi universali e di qualità per l’infanzia?

 Solo per fare degli esempi, tra le cose più urgenti:

- asili nido pubblici gratuiti per tutti nell’intera penisola,

- eliminazione definitiva delle classi pollaio,

- tempo pieno per tutti coloro che ne facciano richiesta

- scuole di musica e corsi sportivi pomeridiani gratuiti, finanziati dai comuni, anche e sopratutto per quei bimbi le cui famiglie hanno un reddito basso.

- sostegno alla genitorialità, e più personale specializzato nei tribunali e nei servizi sociali dedicato al sostegno dei bimbi che vivono in famiglie difficili, in condizione di grave povertà educativa o materiale.

 Chissà quanta parte di quei 22 miliardi annui finirà davvero nella difesa dei diritti e del futuro dei bambini. L’idea che per migliorare la vita dei bimbi sia necessario erogare assegni agli adulti non mi ha mai convinta. Sopratutto se lo Stato che eroga gli assegni non è capace a monte di garantire i servizi con la qualità e la quantità che servono per prendersi cura davvero di ogni singolo bimbo e ogni singola bimba di questo paese

 

Elisabetta Piccolotti

 

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