Ieri, 14
luglio, cadeva il cinquantesimo anniversario della morte di Antoni Simon Mossa,
uno dei padri della patria sarda e padre dell’indipendentismo sardo moderno. Uomo di
grande cultura, architetto, urbanista, insegnante, scrittore, poeta,
scenografo, giornalista, Simon Mossa è stato soprattutto il più grande ideologo
dell’indipendentismo sardo del ‘900.
Di
origini algheresi, si interessò ben presto alle questioni nazionali delle
nazioni senza Stato,
divenendo profondo conoscitore non solo della sua Sardegna ma anche di altre
nazioni come quella basca, corsa, catalana, gallese, scozzese e diverse altre,
arrivando anche a parlare fluentemente diverse lingue di “nazioni proibite”.
Il pensiero
di Antoni Simon Mossa riconosce nella liberazione nazionale e nella liberazione
sociale un nesso inscindibile che getta le basi
ideologiche della sinistra indipendentista, individuando nella lotta per
la difesa della cultura sarda e nella lotta anticolonialista la chiave di volta
per la salvezza del popolo sardo dal genocidio. Simon Mossa non fu solo uomo di
cultura, ma anche di azione: organizzatore instancabile, portò la sua battaglia
socialista e indipendentista dentro il Partito Sardo d’Azione e costituì
diverse organizzazioni che dovevano portare avanti la lotta per l’indipendenza
tra cui il Mirsa e Sardigna Libera.
La
profondità del suo pensiero politico non sta solo nell’aver individuato nell’indipendenza nazionale l’unica possibilità per il popolo
sardo per continuare ad esistere come nazione, sottraendosi
al lento genocidio messo in atto dallo Stato italiano, ma anche
nell’aver immaginato un futuro panorama di integrazione mediterranea della
Sardegna, vista come libera nazione che intesse stretti rapporti con le nazioni
più affini, Corsica e Catalogna su tutte.
Il fatto
che la politica sarda di osservanza italiana, inclusa quella che governa la
Regione richiamandosi a valori sardisti, abbia totalmente ignorato questo
anniversario, dimostra con evidenza cristallina la giustezza delle sue teorie,
che individuavano nella classe politica asservita agli
interessi stranieri il principale mezzo di desardizzazione e di
esecuzione delle politiche coloniali dettate da Roma.
Ma nei
cuori dei Sardi ancora liberi, nella forza e nella memoria di chi ancora oggi
porta avanti la battaglia per l’indipendenza della nostra terra, il suo
insegnamento e il suo esempio nazionalista e socialista continua a vivere e a
condurre la lotta per la libertà.
Antoni est
bivu, sa gherra sichit!
Liberu
– Lìberos Rispetados Uguales
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