giovedì 22 luglio 2021

Cittadini soli, demoralizzati e diffidenti. Vaccino sì, vaccino no.


 

Dinanzi alla questione del vaccino, stiamo assistendo all’ennesimo fallimento della società capitalista. Una società dove l’individualismo e il materialismo sono stati portati  all’estremo. Una società che non mette al centro l’uomo ma solo alcuni uomini, quelli in grado di accumulare profitto e immense ricchezze. Profitti ammassati grazie allo sfruttamento dell’uomo sull’uomo, profitti nascosti nei paradisi fiscali, profitti utili solo a ingigantire l’immenso ego dei capitalisti, feroci e insaziabili come i più voraci dei predatori.

Noi (con “noi” intendo la società civile) dovremmo lottare con questo stato di cose, dove il cittadino è considerato come mero consumatore, e negli anni portato a odiare le istituzioni, soprattutto quelle che gli sono lontane. Un cittadino isolato, spaventato, non più in grado di fidarsi del suo prossimo, sobillato da mass media e social network che giorno dopo giorno gli urlano in faccia il fallimento morale di tutta la società occidentale, quella in cui vive. Per questo si isola, mai concepirebbe insieme al proprio simile delle forme di lotta che potrebbero determinare un miglioramento della propria condizione. Vive nella solitudine, e quando si aggrega lo fa per dimenticare i problemi, magari annegarli nelle numerose droghe che la società ci mette a disposizione. Una volta aggregato il cittadino non parla più dei problemi che lo riguardano, ne ha sentito talmente parlare alla radio, alla televisione, sui social che il suo unico desiderio è fuggirli, e non pensarci più.

Un cittadino dunque solo, diffidente e sfiduciato, che guarda gli immensi bastioni del capitalismo mondiale con sospetto. Ora si ritrova ad aver a che fare col capitalismo sanitario, e ne ha paura. Ha imparato che l’uomo per il denaro è pronto a tutto, dunque, in base a questa deduzione, le case farmaceutiche potrebbero fornire dei vaccini i cui effetti nefasti potrebbero maturare nel tempo, se non subito. “Perché dovrebbero parlarci degli effetti collaterali, se stanno facendo così tanti soldi?”

Una paura e una diffidenza che avvolge ogni cosa, molti diffidano persino del proprio medico di famiglia, parte volontaria o involontaria di quei meccanismi che hanno imparato a odiare/diffidare. Chissà, forse fanno bene, la controparte è tutt’altro che affidabile. Io non andrei da nessun “no vax” a dirgli che sbaglia, non ho nessun elemento per suggerirglielo, altrimenti lo farei. Lo stesso concetto che io mi vaccino, ma lascio gli altri liberi di scegliere è frutto non di un pensiero libertario, ma piuttosto del presentimento che questi potrebbero avere anche ragione.

Domandiamoci perché le persone hanno perso fiducia in chi dovrebbe indirizzarli, non perché decidano di non vaccinarsi. Per trovare le risposte occorre scavare in anni, se non secoli, di mostruosità istituzionalizzate.

Vincenzo Maria D'Ascanio

https://vincenzomariadascanio.blogspot.com/

Nessun commento:

Posta un commento