lunedì 19 luglio 2021

«Attenti, il vaccino non libera dai rischi»

Col costante aumento dei contagi, il rischio che la Sardegna retroceda in zona gialla esiste, eccome. «Ma ci fermiamo un momento a pensare cosa comporterebbe, questo, in una regione dove la maggior parte delle attività imprenditoriali vive tutto l'anno grazie al lavoro dei mesi estivi?», avverte l'epidemiologo Giovanni Sotgiu, docente di statistica medica dell'Università di Sassari.

«Per questo dico: attenzione. Da una parte le autorità devono migliorare controlli e prevenzione; dall'altra, le persone devono avere la maturità di capire che in questa fase non è ancora possibile comportarsi come prima del Covid. Se si insiste ad allentare l'attenzione si continuerà ad andare avanti a strappi, aperto e chiuso, rischiando così di rimanere bloccati definitivamente».

Vale per il turismo, la scuola, il commercio, l'artigianato, l'industria, la vita di ciascuno di noi. Detto questo, non abbiamo adesso un'arma contro il virus grazie alla campagna di vaccinazione? Insomma, con un numero di immunizzati che cresce ogni giorno di più, non potremmo stare un po' più tranquilli? L'inganno del virus «Con le due dosi sì, una sola invece non garantisce un adeguato livello di efficacia - spiega il professor Sotgiu -. Il fatto che ci siano più di 5 milioni di italiani over60 non vaccinati ci deve preoccupare, perché è uno dei gruppi di popolazione più a rischio di sviluppare la malattia e le complicanze».

Il che vale anche per la Sardegna dove, secondo il report della Fondazione Gimbe, il 41,3% ha completato il ciclo vaccinale, mentre c'è un altro 18% che ha fatto la prima dose. «Significa che più della metà della popolazione non è vaccinata in maniera completa». Il virus, adesso in spolvero con la variante Delta molto più contagiosa, può correre agevolmente se non vengono rispettate le misure di distanziamento, ventilazione dei locali e mascherina anche all'aperto in caso di assembramenti. Regole che vanno osservate anche da chi il vaccino l'ha fatto.

«Chi è vaccinato non può considerarsi esente da ogni rischio. Il vaccino riduce significativamente il rischio di malattia grave, ed è importantissimo farlo, ma non significa che sia la soluzione del problema». L'eventualità di essere contagiati e di infettare gli altri, dunque, resta. «Anche tra vaccinati con seconda dose. In Sardegna - sottolinea Giovanni Sotgiu - abbiamo avuto diversi di questi casi da variante Delta che ha una certa capacità di eludere le difese immunitarie indotte dal vaccino. Immaginiamo il vaccino come una chiave costruita per la serratura rappresentata dal virus di Wuhan.

Il vaccino era perfetto per quel virus, ma questo cambia, muta, e quindi la chiave-vaccino entra con più difficoltà nella serratura. Ecco, più andiamo avanti con l'evoluzione del virus allontanandoci dalla struttura antigenica di Wuhan, più avremo difficoltà». Il rischio da evitare È per questo che occorre bloccare, o limitare al massimo, la circolazione del virus: più questo gira, più cambia, più si selezionano varianti in grado di sfuggire alle difese del sistema immunitario.

«Se non si interviene subito, gli effetti li vedremo presto. Guardiamo a quel che succede nel Regno Unito, dove peraltro il livello di vaccinazione completa è superiore al 50%. Ebbene, partendo dall'incremento dei casi positivi di qualche settimana fa, oggi si ritrovano con un forte tasso di crescita dei contagi e un aumento dei ricoveri in degenza ordinaria e in terapia intensiva». Questo, «vale ancora di più in un'isola come la nostra che in questo periodo è meta delle vacanze di turisti provenienti da diverse parti del mondo, tanti dei quali potrebbero essere positivi. Quindi, se questi soggetti e soprattutto la popolazione locale hanno una protezione parziale, il problema è evidente».

Il rischio finisce sempre per pesare sui più fragili. «Agli over60 non vaccinati vanno aggiunte le persone con patologie cardiovascolari e respiratorie, diabete, obesità, insufficienza renale eccetera. Soggetti di cui non abbiamo informazioni adeguate sulla copertura vaccinale». Non c'è da aspettare Possiamo difendere la zona bianca rispettando le regole, dice Giovanni Sotgiu.

«È fondamentale la doppia strategia: accelerare con la copertura vaccinale e non allentare sulle misure di restrizione. I cittadini possono fare tanto». Non si deve aspettare. «Non ammetto i ragionamenti di alcuni politici e taluni medici: finché non aumentano i ricoveri in ospedale, dicono, non si interviene. Una follia. Un comportamento immorale che porterà altra sofferenza». Piera Serusi

 

Articolo “L’Unione Sarda” del 19.07.2021

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Federico Marini

marini.federico70@gmail.com

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