mercoledì 21 luglio 2021

Dall'inizio di luglio nel capoluogo e nell'hinterland più della metà dei casi Zona bianca, le Regioni chiedono margini più ampi per il criterio dei ricoveri. Adesso c'è Cagliari al centro del contagio.


 

La variante delta gonfia le vele dell'epidemia e spinge in alto i contagi. Soprattutto nel Cagliaritano: dall'inizio del mese in Sardegna ci sono stati 1.480 nuovi casi. Più della metà, 837, sono stati riscontrati nell'area metropolitana di Cagliari. Gli ospedali continuano ad essere in una condizione di relativa tranquillità con reparti Covid e terapie intensive semivuote. Le regioni hanno visto un atteggiamento possibilista da parte del Governo, disponibile a rivedere – proprio alla luce di questa nuova fase della pandemia - i criteri per stabilire le "colorazioni" delle zone d'Italia e le conseguenti norme di contenimento del virus. E per questo rilanciano.

Appena il Governo ha fatto filtrare l'ipotesi di un passaggio in zona gialla solo con terapie infettive occupate al 5 per cento e reparti Covid occupati al 10, ecco la controproposta: sollevare ancora questo limite per portarlo al 15 per cento per le terapie intensive e al 20 per l'area medica. La linea è passata ieri in Commissione salute della conferenza delle Regioni e sarà sottoposta oggi alla Cabina di regia nazionale e al Governo.

Nel frattempo però la Sardegna deve fare i conti con l'aumento dei contagi. E se sino a poche settimane fa era la provincia di Sassari ad avere costantemente il primato delle nuove positività, da qualche giorno il rapporto si è ribaltato: è l'area metropolitana di Cagliari quella più colpita dalla pandemia. Come mai? «Abbiamo fatto delle ipotesi - dice Sergio Marracini, direttore dell'ospedale Covid Santissima Trinità di Cagliari -. Crediamo che il virus si sia diffuso maggiormente nella zona di Cagliari perché è lì che si sono avute le maggiori concentrazioni di persone. Occasioni conviviali, eventi, matrimoni, e alcune di queste occasioni le conosciamo, che hanno scatenato dei focolai.

Nelle aree più affollate per questa variante è più facile diffondersi. Soprattutto sui giovani, che si riuniscono, si incontrano. E questo ovviamente accade di più nei grandi centri urbani che nei paesi».I dati potrebbero anche peggiorare nei prossimi giorni: «Stiamo iniziando a pagare i festeggiamenti per gli Europei. Ovviamente a Cagliari c'era più gente in strada. Questa variante ha un tempo di incubazione più corto rispetto alle precedenti e quindi stiamo già registrando i primi contagiati per gli assembramenti di una settimana fa» Marracini smentisce anche la convinzione che gran parte dei casi sia legato ai turisti: «Non conosco i dati sui contagi, ma almeno per ciò che riguarda i ricoveri posso dire che l'incidenza maggiore è sui giovani mentre è bassa sui turisti».

È possibile che il maggior numero di contagi nel cagliaritano possa essere interpretato con una minore diffusione delle vaccinazioni nel territorio? «Non credo proprio. A quanto mi risulta nelle periferie la vaccinazione è meno accettata che nelle aree urbane. Credo che la lettura sia più semplice: il vettore più diffuso sono i giovani che si incontrano soprattutto in città, dove hanno più occasione per avvicinarsi».All'impennata dei contagi non corrisponde un proporzionale aumento dei ricoveri e questa è la carta che le Regioni vogliono giocarsi per mantenere la zona bianca: per questo chiedono al Governo il cambio di classificazione con soglie del 15% d'occupazione nelle terapie intensive e il 20% nelle degenze ordinarie, con la possibilità di introdurre elementi di flessibilità per le Regioni più piccole.

Nelle raccomandazioni anche la valutazione del peso della popolazione vaccinata e il numero dei test effettuati. Secondo l'assessore della Sanità, Mario Nieddu, l'ipotesi del 5 e del 10 per cento è invece troppo restrittiva. «Avremmo ritenuto più opportuno - dichiara l'assessore Nieddu - mantenere le soglie di occupazione già previste, al 30% per le terapie intensive e al 40% per l'area medica. Bene l'ipotesi dell'introduzione di criteri di flessibilità. Bisognerà vedere come la Cabina di regia e poi il Governo recepiranno le nostre indicazioni.

Nieddu ha anche avanzato un'ulteriore richiesta per la concessione di una moratoria sui cambi di fascia nel caso in cui non si arrivasse a un accordo sui nuovi criteri entro i termini stabiliti per il monitoraggio settimanale.«L'emergenza - prosegue l'assessore Nieddu - mostra uno scenario profondamente cambiato per il crescente numero dei vaccinati, che in Sardegna sfiora quasi il 50% per quanto riguarda le persone che hanno completato il ciclo vaccinale. Se l'impatto sul sistema sanitario resta basso occorre agire di conseguenza e guardare in avanti». Nieddu rivolge un appello ai cittadini: «Occorre ancora il massimo impegno da parte di tutti. Gli indecisi devono capire che questa è la strada giusta per lasciarci alle spalle un'emergenza che per tutta l'Isola ha avuto un peso enorme».

di Roberto Petretto

 

Articolo “La Nuova Sardegna” del 21.07.2021

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Federico Marini

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