lunedì 26 luglio 2021

Fuoco e paura nel cuore dell'Isola: «Un disastro, i mezzi non bastano»


 

Mezza Sardegna brucia. Dal Montiferru alla Planargia, al Marghine è un immenso braciere. Ventimila ettari di vegetazione inceneriti, case evacuate e distrutte, bestiame arso vivo e persone in fuga. Dopo una notte di angoscia, è stata una domenica di fuoco e puro terrore. Fiamme, fumo, frastuono dei motori dei Canadair e dei rotori degli elicotteri: sul Montiferru sembra ci sia un'apocalisse di fiamme: focolai accesi su più punti, squadre antincendi a terra e mezzi aerei impegnati dall'alba al tramonto, cercando di domare le fiamme. Persone evacuate a San Leonardo e nei quartieri periferici di Scano Montiferro.

«Un'altra giornata molto impegnativa» commenta il direttore generale della Protezione Civile della Sardegna, Antonio Belloi, che coordina gli interventi con la sala operativa regionale e in stretto contatto con il capo Dipartimento della Protezione Civile nazionale. «Abbiamo tutti gli 11 mezzi aerei in volo sull'Oristanese, gli elicotteri dei Vigili del fuoco e dell'esercito e sette Canadair che stanno cercando di spegnere le fiamme che, secondo una prima stima sommaria tra Santu Lussurgiu e Cuglieri hanno divorato circa 10mila ettari di territorio».

Il terrore. Una guerra contro il mostro di fuoco. Dopo la notte di paura a Cuglieri e Sennariolo, quando le fiamme sono arrivate fin dentro il paese, ieri il fuoco alimentato dallo scirocco e dalle temperature torride ha invaso nuovamente i monti e le colline circostanti Santu Lussurgiu. Focolai mai spenti del tutto e attivi dalla notte di sabato fino all'alba di domenica, e si consuma un'altra giornata infernale. Il fuoco è stato riattizzato dal vento di scirocco su più fronti bruciando i boschi attorno al paese e minacciando le case dei quartieri di S'Ena ‘e s'alinu e sa Niera. Il polmone verde della borgata di San Leonardo, località montana famosa per le sue preziose fonti, è stata minacciata dalle fiamme che si sono avvicinate pericolosamente, ma è rimasta salva. La frazione montana è stata evacuata per precauzione, il bosco in direzione di Macomer e Scano Montiferro è rimasto per fortuna intatto. Furia devastante A Bau‘e mela, il villaggio ecosolidale è stato spazzato via dal fuoco in un baleno, si è salvata solo la casa di Alessio e Clara, due soci della cooperativa che gestisce quel polmone verde di lecci e splendidi orti.

Le enormi fiamme sospinta dal vento sono arrivate da Sennariolo a Scano Montiferro lambendo le abitazioni alla periferia del paese. A quel punto il sindaco Antoni Flore non ha esitato un attimo e, dopo aver dichiarato lo stato di emergenza, ha disposto l'evacuazione della casa di riposo e dei quartieri di Sa Serra, Laddararzos, San Giorgio, Sa Rochita e su Furraghe. Le persone sfollate sono state accolte e soccorse nella scuola e presso il Centro Giovani. Le fiamme hanno avvolto e incenerito tutta la zona vicino al campo sportivo, le forze aeree e le squadre a terra comunque sono riuscite a salvare la pineta.

La vallata s'Adde ricca di lecci, querce e oliveti è rimasta quasi intatta. Danni incalcolabili I danni in tutto il Montiferru invece sono incalcolabili, la lunga lingua di fuoco propagatasi su tanti fronti ha bruciato migliaia di ettari di boschi di lecci, castagni e macchia mediterranea, uccidendo animali e greggi di ovini, bovini, cavalli, capre, cervi. Angelo Onni di Santu Lussurgiu che ha perso tutto si scaglia contro le istituzioni: «Sono da 40 anni che combatto contro gli incendi. Ma in questo lasso di tempo nessuna prevenzione è stata fatta, nessuna programmazione da parte degli enti preposti».

Un patrimonio ambientale di boschi e prati, aree coltivate sono diventati cenere in un battibaleno, mettendo in ginocchio le economie agropastorali di Santu Lussurgiu e Scano. Un disastro ambientale, sociale, economico: «Ci vorranno generazioni per recuperare tutto ciò che è stato perduto - il commento di un volontario -. Pensavamo di non dover più rivivere le brutte immagini del 1994 e invece anche stavolta siamo costretti a questo scempio». I soccorsi Stremati dall'intenso impegno le forze antincendio dei Vigili del Fuoco del comando di Oristano, che sono stati sostenuti dai Barracelli e dagli uomoni della Protezione Civile di Scano e Santu Lussurgiu. Ma tante le squadre da Oristano, Sorgono, Gadoni, Borore e Paulilatino sono intervenute per dare un aiuto: trasportare acqua per approvvigionare le autobotti e le cisterne a terra per gli elicotteri del servizio antincendio regionale.

Tre Canadair hanno fatto spola tra il lago Omodeo e le guglie del Montiferru gettando migliaia di litri d'acqua. Un disastro di fronte al quale il ministro degli Esteri Luigi Di Maio ha annunciato rinforzi: «I Canadair italiani non bastano più – ha detto -, abbiamo attivato il meccanismo di protezione civile europea, stanno arrivando 2 Canadair francesi». Per ora i vigili del Fuoco sono rimasti a presidiare i due comuni del Montiferru, le comunità stremate sperano che questo inferno di fuoco termini presto. C'è un'altra notte di paura alle porte. Joseph Pintus

 

Articolo “L’Unione Sarda” del 26.07.2021

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Federico Marini

marini.federico70@gmail.com

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