Il 20
e il 21 settembre 2020 si svolgerà il quarto referendum costituzionale nella
storia della Repubblica, per approvare o respingere la legge di revisione
costituzionale in materia di riduzione del numero dei parlamentari. Una riforma che prevede un pericoloso
taglio disorganico del 36,5% dei componenti di entrambi i rami del Parlamento,
da 630 a 400 seggi alla Camera e da 315 a 200 seggi al Senato.
Il
comitato sardo per no al taglio del Parlamento sosterrà le ragioni del no,
poiché in caso di vittoria dei sì, la
rappresentanza politica della Sardegna, già compromessa da una legge
elettorale regionale antidemocratica e nata per escludere le minoranze non
alleate con le due coalizioni più votate, rischia
di scomparire dai luoghi della decisione. La Sardegna sarà infatti una
delle regioni piccole e medie più danneggiate dalla compressione della
rappresentatività politica del Parlamento.
La
vittoria dei sì, in assenza dei correttivi ipotizzati e mai attuati porterà
conseguenze disastrose ed effetti collaterali perché di fatto verranno introdotte delle soglie implicite
di sbarramento che porteranno una larga parte delle cittadine e dei
cittadini sardi a non avere più rappresentanza in Parlamento. In particolare al
Senato, dove la soglia implicita di sbarramento si aggira tra l’8 e il 10%. Un
danno al diritto di voto, non solo dei partiti minori che verranno
definitivamente cancellati dalla rappresentanza, anche le elettrici e gli
elettori dei partiti maggiori perderanno in proporzione questo diritto.
Questa
riforma è da respingere perché non rappresenta una riduzione delle poltrone, è
al contrario un furto ai danni delle
cittadine e dei cittadini. L’obiettivo, nemmeno tanto nascosto, è quello di
ridurre la democrazia per affidare il potere all’onnipotenza della maggioranza
impersonata da stregoni e leader carismatici.
La
società sarda dovrebbe unirsi nel respingere questa controriforma in queste
poche settimane che ci separano dal voto. Tutti i movimenti di lotta, tutti i
soggetti impegnati nei conflitti sociali, i partiti, compresi i partiti
indipendentisti, dovrebbero rompere il silenzio e connettere le migliori
energie per contrastare un futuro senza democrazia. Perché senza democrazia non ci sarà l’uguaglianza e nemmeno
l’autodeterminazione della Sardegna.
Comitato sardo per
il no al taglio del Parlamento
.
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