04
Settembre 1904) Ogni anno il 04 Settembre è un giorno di lutto per tutta l’isola
e per tutto il mondo sindacale: è la
data in cui si ricorda l'eccidio di Bugerru. Mentre era in corso uno
sciopero a cui avevano aderito 2000 lavoratori della miniera, l'esercito regio
sparò ad altezza d'uomo sui manifestanti, uccidendone quattro e ferendone
undici. Come accadeva in tutta Europa, gli operai morivano per il piombo di Stati
assenti, vigliacchi e corrotti.
Antefatti. In seguito alla
rivolta de "Su Connottu" avvenuta a Nuoro del 1868 e capeggiata dalla
popolana Paskedda Zau, a causa di una norma che prevedeva la privatizzazione
dei beni demaniali, fu istituita una commissione parlamentare d'inchiesta
presieduta da Agostino Depretis, della quale era membro Quintino Sella. Durante questo sopralluogo, durato 18
giorni, il Sella constatò le disparità di trattamento economico tra i minatori
sardi e quelli di altre regioni d'Italia.
Gli operai di Buggerru,
in particolare, vivevano in condizioni tragiche. Questi, infatti, erano
costretti a lavorare oltre ogni umana sopportazione, sottoposti a turni di
10-12 ore giornaliere senza riposo settimanale, sottopagati e vittime
d'incidenti mortali. Poco prima dello sciopero del 04 Settembre, un incidente
era costato la vita e quattro operai.
Al contrario i padroni e
gli impiegati della "Societé anonime des mines de Malfidano" (sede
legale Parigi) vivevano tra i lussi e gli agi. Il Borgo sulcitano era al tempo
chiamato "La petite Paris", perché si costruì un teatro e varie
comodità per l'elite. A ciò si aggiungeva il sostanziale controllo che la
Malfidano esercitava sulle vite dei minatori che vivevano in case di proprietà
dalla stessa ditta francese cui dovevano corrispondere un affitto, acquistavano
i beni di prima necessità negli stessi spacci aziendali addirittura a prezzi
maggiorati e, ultimo ma non per importanza, vedevano minacciato il loro impiego
in caso di adesione a organizzazioni o cooperative di natura sindacale.
Il
malcontento era giustamente presente da tempo tra gli operai, che intanto si
organizzarono nella Lega di resistenza di Buggerru per cominciare un’ondata di
scioperi finalizzati a ottenere salari più dignitosi ed un miglioramento delle
condizioni di vita e di lavoro. La situazione, già profondamente tesa,
precipita a seguito di una circolare diramata il 2 settembre nella quale si
comunica che, dall'indomani, la pausa tra i due turni di lavoro (mattutino e
pomeridiano) veniva dimezzata passando da due ore a una sola. Esplode dunque la
protesta contro l'ennesimo sopruso.
La
sera giunsero a Buggerru due membri della Lega, Cavallera e Battelli, e la
domenica del 4 la delegazione sindacale trattava con la dirigenza, mentre gli
operai erano riuniti dinanzi alla sede della direzione generale.
Improvvisamente
arrivarono due compagnie del 42esimo reggimento di fanteria, chiamati dalla
vigliacca dirigenza della miniera. Si decise allora di sistemare i soldati nei
locali della falegnameria, e a tre minatori fu dato il compito di prepararne i
locali. Quando la folla iniziò a tirare sassi alle finestre dell’edificio – per
obbligare i soldati a rimandare fuori i tre uomini l’esercito sparò sulla
folla. In tre morirono immediatamente mentre il quarto dopo quindici giorni
Queste morti provocarono fortissime reazioni, l'11 settembre a Milano la Camera del lavoro approvò una mozione per lo sciopero generale da organizzare in tutta Italia entro otto giorni. Nel frattempo, il 14 settembre a Castelluzzo in Provincia di Trapani, si sparò ancora sui contadini che protestavano per migliorare le condizioni di lavoro. Il 15 settembre a Sestri Ponente vi furono dei disordini per i fatti di Buggerru. La Camera del Lavoro di Milano, infine, proclamò lo sciopero generale nazionale, che fu il primo d'Europa, dal 16 al 21 settembre ed al quale aderirono i lavoratori italiani di tutte le categorie.
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